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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliChe la chiesa di San Ciriaco sul colle Guasco poggi le fondamenta su un tempio di Venere gli studiosi lo sanno. Un volume sgorgato da due convegni, Ancona greca e romana e il suo porto, pubblicato a dicembre dall’Accademia marchigiana di scienze, lettere ed arti (188 pp., ill., e 20,00), propone che il tempio sia stato eretto nel III-II secolo a.C. e sia un elemento chiave per chiarire alcuni passaggi storici.
Questa raccolta di studi curata da Flavia Emanuelli e Gianfranco Iacobone non solo conferma che la città fu rifondata intorno al V-IV secolo a.C. (forse nel 387 a.C., come scrisse Strabone), dai Siracusani in fuga dalla tirannide, ma contiene una possibile variante: il soprintendente ai beni archeologici Mario Pagano, riassume nella prefazione il presidente dell’istituto Sergio Sconocchia, individua i fondatori «nei Tarentini spintisi fin qui con il beneplacito dei Siracusani» e nell’insediamento «un importante punto di contatto tra mondo greco e culture indigene».
E le ricerche sembrano provare che c’erano «due Ancone», una in alto e l’altra giù al porto: «Come oggi, separate dal colle di Capodimonte», esclama l’ex professore di lingua e letteratura latina.
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