La città di Aquileia venne fondata nel 181 a.C. come colonia di diritto latino dalla madrepatria Roma: dapprima semplice avamposto militare contro i barbari, divenne con il tempo uno dei principali centri dell’impero romano. Quest’anno ricorrono dunque esattamente 2.200 anni dalla sua fondazione e, per celebrare l’anniversario, la Sovrintendenza Capitolina e la Fondazione Aquileia hanno realizzato l’esposizione «Aquileia 2.200», ospitata dal 9 novembre al primo dicembre presso il Museo dell’Ara Pacis. La Fondazione Aquileia nasce con l’obiettivo della gestione, manutenzione e valorizzazione di tutte le rimanenti aree archeologiche della città friulana: foro, porto fluviale, via Sacra, area delle Grandi terme-Comelli, fondo ex Moro, fondo Cassis e fondo Violin.
In quest’ottica di valorizzazione rientra, ad esempio, la recente rassegna che ha visto esposti, presso il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, per la mostra «Magnifici ritorni», 110 reperti aquileiensi della collezione permanente del Kunsthistorisches Museum di Vienna (cfr. n. 398, giu. ’19, p. 37). La presente esposizione all’Ara Pacis intende invece ripercorrere le tappe fondanti della storia millenaria della città: da colonia romana alla dominazione bizantina, sino alla creazione del patriarcato di Aquileia, stato vassallo del Sacro Romano Impero dal 1077 al 1420. E infine le vicende che, dall’Impero asburgico, vanno sino agli anni della Prima guerra mondiale e del successivo dopoguerra. Tutto questo è stato possibile grazie a importanti prestiti dal Museo archeologico di Aquileia, tra i quali si segnala l’applique a testa virile barbata in bronzo, dalle labbra socchiuse nell’atto di soffiare.
Probabile personificazione di un vento, forse Borea, la raffinata opera della seconda metà del II secolo a.C., venne rinvenuta in un pozzo durante le indagini archeologiche condotte nel 1988 nell’area del foro. Sono inoltre esposti una trentina di calchi di reperti aquileiesi provenienti dal capitolino Museo della civiltà romana, realizzati nel 1938 in occasione della «Mostra Augustea della Romanità». Chiudono l’esposizione una serie di cinquanta scatti del fotografo friulano Elio Ciol, recentemente presentati al Multimedia Art Museum di Mosca.
Le fotografie, scattate quaranta anni fa, immortalano in bianco e nero scorci dei siti archeologici aquileiensi. Ancora, in una zona appositamente attrezzata del percorso espositivo, sarà proiettato in loop un video, realizzato con l’apporto di materiali dell’Istituto Luce, dedicato ai primi due millenni di Aquileia.
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