Prosegue fino al 30 settembre la mostra «Artemisia e i pittori del Conte», organizzata dalla cooperativa Armida e a cura di Viviana Farina e Giacomo Lanzilotta, con la collaborazione di Nicola Cleopazzo, mentre la sezione documentaria è a cura di Rosaria Colaleo.
La rassegna, sostenuta dalla Regione Puglia e dal Mibact, è allestita presso il Castello Normanno e la Chiesa di San Giuseppe e riunisce 60 tele con le quali si cerca di restituire un’idea della famosa collezione del potente conte-mecenate Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (1600-65), detto il «Guercio delle Puglie», e di sua moglie Isabella Filomarino (1605-79), che proprio a Conversano avevano creato una corte frequentata da artisti e letterati.
Tra i dipinti del Seicento, alcuni già noti agli studi altri meno, spiccano quelli provenienti da musei stranieri e collezioni private, come il «Trionfo di Bacco» di Paolo Finoglio (nella foto), pittore caro al conte, proveniente dal Prado di Madrid, e un’inedita «Caritas romana», di matrice caravaggesca, attribuita ad Artemisia Gentileschi, pittori entrambi presenti nella quadreria del signore. Inedito per il pubblico italiano è anche una tela con «Fortitudine Pares», già attribuita al napoletano Battistello Caracciolo, del Museo della Cattedrale di Malta.
La mostra consente di vedere anche il ciclo pittorico (dieci tele) di Finoglio dedicato alla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, e di allargare ulteriormente il percorso finogliesco con la chiesa dei Santi Cosma e Damiano.
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