Simulazione con Sposalizio della Vergine di Caen sulla ex chiesa degli Olivetani

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Simulazione con Sposalizio della Vergine di Caen sulla ex chiesa degli Olivetani

I Perugino «francesi» tornano a Perugia in videomapping

Lo spettacolo riproduce sull’architettura della ex chiesa degli Olivetani e nelle logge del Dipartimento di Fisica e Geologia le opere del maestro umbro portate Oltralpe nel 1797

Il 17 febbraio 1797 Jacques-Pierre Tenet scriveva al Magistrato di Perugia di essere stato incaricato dal Direttorio, su ordine di Napoleone Bonaparte, di «fare la scelta nelle chiese ed altri luoghi pubblici di questa città, di quadri, libri, manoscritti e generalmente di tutti gli oggetti di Scienze e Arti, che degne saranno di essere raccolte per poi trasportarsi in Francia nel museo della Repubblica».

Il funzionario e pittore svolse l’incarico ricevuto con solerzia mettendosi al lavoro già nella giornata successiva. In una lettera del 6 aprile 1797 (il 17 germinale, anno V, nel calendario rivoluzionario), poteva comunicare che il convoglio proveniente da Perugia era costituito da quindici casse, di cui elencava il contenuto specificando il nome dell’autore e il titolo del dipinto per ciascuna delle opere prelevate.

Nella sua ricerca aveva utilizzato alcuni libri di viaggio pubblicati in Francia anni prima, come il Voyage d’un François en Italie fait dans le années 1765 et 1766 di Joseph-Jérôme Le Français de Lalande (1769), al tempo un vero successo editoriale, e la Guida al forestiere per l’Augusta città di Perugia di Baldassarre Orsini (1784). Delle trentuno opere confiscate a Perugia e inviate in Francia, ben ventidue erano attribuite a Pietro Vannucci, il Perugino, di cui in questo anno si celebrano i cinquecento anni dalla morte.

Giunte a Parigi, solo poche delle tavole requisite furono ritenute degne di essere esposte nella capitale: numerose furono inviate nei diversi musei dipartimentali in via di formazione. Così accadde anche alle opere di Perugino, che non erano particolarmente apprezzate negli ambienti artistici francesi del tempo. La loro dispersione, dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte, ostacolò il ricupero da parte di Antonio Canova. Alle rimostranze delle autorità perugine, non soddisfatte dalle trattative portate avanti, egli rispose ricordando che era potuto entrare al Louvre «colla sola violenza delle armi» e che per ricuperare tutto avrebbe dovuto disporre di «un’armata per ogni dipartimento, ed io non avrei certamente saputo mettermi alla testa».

La vicenda è ricostruita ora con originalità da Cristina Galassi dell’Università degli Studi di Perugia, che già se ne era interessata in precedenza, nel progetto «Perugino. Come non l’hai mai visto», che prenderà avvio nel capoluogo umbro, in Piazza dell’Università, dal primo giugno (sino al 5 novembre). Si tratta di uno spettacolo di videomapping che, utilizzando l’architettura della ex chiesa degli Olivetani, presenta tramite animazioni e immagini le opere di Perugino portate in Francia nel 1797. Non solo: nelle logge del Dipartimento di Fisica e Geologia sono presentate con la stessa tecnologia le principali opere dell’artista presenti in Umbria. Completa il progetto un e-book, un libro interattivo realizzato dagli allievi della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici, con informazioni sulle opere presentate e accessibile liberamente dal portale dedicato.
 

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Giuseppe M. Della Fina, 29 maggio 2023 | © Riproduzione riservata

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I Perugino «francesi» tornano a Perugia in videomapping | Giuseppe M. Della Fina

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