Amazing Grace» (1993) di Nari Ward nell’allestimento della mostra «We the People» al New Museum di New York, 2019 © Foto Maris Hutchinson / EPW Studio

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Amazing Grace» (1993) di Nari Ward nell’allestimento della mostra «We the People» al New Museum di New York, 2019 © Foto Maris Hutchinson / EPW Studio

I passeggini arrugginiti di Nari Ward

Al Centro Balneare Romano la Fondazione Trussardi porta un’installazione dell’artista giamaicano

Trecento e più passeggini. Arrugginiti, sbilenchi, frusti, perché raccolti tra i rifiuti di Harlem e composti da Nari Ward (Giamaica, 1963, vive e lavora a New York) in un’installazione cui ha dato la forma di uno scafo evocando, insieme alle piccole vite dei bimbi afroamericani che li hanno abitati, la grande tragedia dello schiavismo, con le navi che portavano dall’Africa i loro carichi umani.

Intorno, si diffonde l’inno «Amazing Grace», un brano intessuto di significati civili e politici, cantato dalla cantante gospel e attivista Mahalia Jackson, che dà una voce struggente a questo precario «antimonumento» creato da Ward nel 1993 e diventato un’icona del suo lavoro. Dal 12 settembre al 16 ottobre è esposto nella mostra «Gilded Darkness», progetto inedito realizzato dalla Fondazione Nicola Trussardi con Milano Sport.

Nomade per scelta, l’istituzione sceglie di volta in volta per i suoi progetti luoghi estranei ai circuiti dell’arte. Quest’anno, dopo «The Sky in a Room», il lavoro di Ragnar Kjartansson presentato nel 2020 nella Chiesa di San Carlo al Lazzaretto, Beatrice Trussardi e Massimiliano Gioni, direttore artistico della Fondazione, hanno scelto il Centro Balneare Romano, una gigantesca (quattromila metri quadrati) piscina all’aperto inaugurata nel 1929 vicino al Politecnico, intitolata al campione olimpico Guido Romano, morto nella Grande guerra.

Immersa in un piccolo parco, pur nella sua innegabile bellezza, la piscina porta l’impronta evidente del gusto trionfalistico e magniloquente del ventennio fascista, entrando in collisione con la precarietà degli assemblaggi di materiali di scarto con cui Ward ci stimola a riflettere. La vasca, su cui galleggia una distesa di lucenti coperte termiche (quelle usate nei salvataggi dei profughi), è oggetto di un intervento specifico mentre, accanto, un’enorme bandiera bianca issata su una gru è accompagnata da musiche di gruppi locali, diffuse dagli altoparlanti di «Battleground Beacon», sua opera del 2020.

«Battleground Beacon» (2021), di Nari Ward (particolare), installazione multimediale. Composizione musicale di Andres Levin and Moisés Sacal Hadid (registrato a Città del Messico al Tribe Caribe Cdmx). Veduta dell’installazione nella mostra «Yesterday we said tomorrow», Prospect New Orleans, 2021-22. Foto: Jose Cotto

Amazing Grace» (1993) di Nari Ward nell’allestimento della mostra «We the People» al New Museum di New York, 2019 © Foto Maris Hutchinson / EPW Studio

Ada Masoero, 12 settembre 2022 | © Riproduzione riservata

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