I due condottieri di Santa Maria del Fiore

Due affreschi della navata sinistra della Cattedrale fiorentina, uno di Paolo Uccello, l’altro di Andrea Del Castagno, torneranno al loro splendore

Particolare dell'affresco che rappresenta Niccolò da Tolentino di Andrea Del Castagno
Laura Lombardi |  | Firenze

Ha inizio il restauro dei due celebri affreschi posti sulla navata sinistra della Cattedrale di Santa Maria del Fiore dei condottieri Giovanni Acuto e Niccolò da Tolentino, realizzati rispettivamente da Paolo Uccello (che qui firma per la prima volta una sua opera) e Andrea del Castagno. L’inglese John Hawkwood (1323 - 1394), a capo della «compagnia bianca», fu leggendario condottiero e capitano di ventura a servizio di vari Stati e infine della Repubblica fiorentina mentre Niccolò da Tolentino (1350 ca – 1435), dopo aver combattuto per i Malatesta, passò al servizio dei Fiorentini e, per le sue gesta, fu nominato capitano generale di Firenze. Combatté quindi, vittorioso, nella Battaglia di San Romano (1432), immortalata nel trittico di Paolo Uccello. 

Da un’incisione anteriore allo stacco del 1842 si nota che il bordo superiore dei monumenti corrisponde ai capitelli delle colonne e quindi a un’altezza superiore alla sistemazione odierna. Infatti i due affreschi, che già ebbero un restauro estetico nel 1524 per mano di Lorenzo di Credi e ai quali, nel 1688, fu ridata vivacità di colore in occasione delle nozze del Principe Ferdinando, figlio di Cosimo III, con Violante di Baviera, furono staccati nel 1842 e posti su una tela di canapa incorniciata solo ai lati, per esser poi collocati sulla controfacciata del Duomo, dove restarono fino al 1946. Importante il restauro di Dino Dini, nel 1953, che arginò gravi rischi di perdita di vaste aree della pittura.

Una nuova completa pulitura e un vasto ritocco pittorico a velatura tonale nelle lacune risale al 2000, ad opera di Daniela Dini, cui è affidato il restauro che ha ora inizio, commissionato e diretto dall’Opera di Santa Maria del Fiore,  sotto la tutela della Soprintendenza e reso possibile da American Express. Un intervento preventivo, secondo l’indirizzo odierno, per rimuovere la superficie pittorica, offuscata da una patina scura uniforme causata dell’accumulo di particellato acido prodotto dall’inquinamento e da polvere inerte.

Oltre alla  spolveratura con pennelli morbidi su tutta la superficie pittorica, la polvere più profonda sarà rimossa grazie a una leggera pulitura a tampone con ovatta di cotone idrofilo e acqua deionizzata con interposta carta giapponese. Il ritocco pittorico sarà effettuato con velature tonali nelle lacune causate dalla leggera pulitura, tramite l'impiego di pigmenti naturali (vegetali e/o minerali) legati da caseinato di ammonio. Nel  contratto che Paolo Uccello firma nel maggio 1436, è richiesto che il monumento all’Acuto sia realizzato ad affresco in «terra verde» a sostituzione di quello dipinto nel Trecento da Agnolo Gaddi e da Giuliano d’Arrigo detto Pesello.

Paolo Uccello completa la sua opera (dopo averla dovuto modificare) appena in tempo per la solenne inaugurazione della Cupola del Brunelleschi il 30 agosto 1436. Andrea del Castagno riceve invece la commissione per il suo affresco dalla Signoria di Firenze nel 1455, dopo la morte di di Niccolò da Tolentino (1350 ca-1435), amico di Cosimo il Vecchio e alle cui esequie solenni partecipò anche papa Eugenio IV. Il monumento doveva essere «in modo e forma» a quello dell’Acuto e infatti, nonostante le differenze stilistiche, i due ritratti dei condottieri sono di dimensioni quasi uguali (855x527 cm per Giovanni Acuto e 833x512 cm per Niccolò da Tolentino).

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