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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliNel Quattrocento la Rocca di Vignola era tutta decorata con una coloritura molto accesa, non solo all’interno, come già si era riscontrato intervenendo nella gotica Sala delle Colombe e in numerosi altri ambienti, ma anche all’esterno. Fatta erigere a inizio XV secolo su basi trecentesche dal signore del luogo Uguccione Contrari, è uno dei manieri meglio conservati in Italia cui forse mise mano per interventi successivi anche Jacopo Barozzi detto il Vignola (1507-73).
La scoperta è avvenuta durante l’appena conclusa riqualificazione (cfr. n. 308, apr. ’11, p. 61), costata 800mila euro (erogati dalla Fondazione di Vignola, presieduta da Valerio Massimo Manfredi, proprietaria dell’edificio) e realizzata da Vincenzo Vandelli per gli aspetti architettonici, Roberto Luppi per la progettazione strutturale e dai restauratori Natalia Gurgone ed Ermanno Carbonara in collaborazione con l’impresa Candini Arte.
Durante i lavori alla Torre del Pennello che si erano resi necessari dopo il terremoto del maggio 2012, sono infatti emerse numerose tracce di affresco: «È importante, spiega Vincenzo Vandelli, il ritrovamento di parte delle originarie decorazioni esterne, seppure in forma di frammenti, perché ci fa capire come la Rocca di Vignola rappresenti un unicum, una testimonianza di un aspetto poco noto del Medioevo italiano: l’esistenza sugli edifici più importanti di uno “spazio pubblico dipinto” non tanto per assecondare la preoccupazione di tipo estetico di nobilitare l’umile cotto con cui sono realizzate le pareti, quanto per trasmettere attraverso motivi e colori araldici il prestigio della famiglia nobile dei Contrari di Ferrara, feudatari di Vignola».
Con il progetto «Tracce in luce» affidato a Natalia Gurgone e Achille Lodovisi, utilizzando nuove tecnologie e droni è stato possibile ricostruire virtualmente l’intera decorazione della Torre del Pennello e delle facciate sud e ovest della rocca. Una mostra allestita in loco fino al 18 ottobre fornisce ogni informazione ed espone acquerelli delle decorazioni «com’erano» realizzati da Marcella Morlacchi.
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