Dal 6 giugno al 29 settembre un trittico di iniziative alle Gallerie degli Uffizi celebra i 500 anni dalla nascita di Cosimo I, salito al potere nel 1537 e primo granduca di Firenze dal 1569. Le sue imprese figurano negli 8 arazzi esposti nella Sala Bianca di Palazzo Pitti e nella Sala delle Nicchie, nella mostra «Una biografia tessuta. Gli arazzi in onore di Cosimo I», a cura di Alessandra Grifo e Lucia Meoni.
Eseguiti sotto la direzione di Pietro Févère, capo arazziere della manifattura granducale alla metà del ’600, gli arazzi, i cui soggetti furono probabilmente scelti dal letterato Francesco Rondinelli, ripercorrono le tappe salienti della vita di Cosimo, tra cui i suoi rapporti con il papa Pio IV, il re di Francia Carlo IX, figlio di Caterina de’ Medici, le sue imprese militari e cittadine come l’ampliamento di Palazzo Vecchio e la costruzione degli Uffizi, il legame con gli Asburgo attraverso il matrimonio del figlio Francesco I con Giovanna d’Austria. Commissionati da Ferdinando II, erano destinati alla Sala di Saturno, consacrata alle udienze segrete del granduca, quale omaggio al suo predecessore e per legittimare il proprio governo.
Sempre nella Sala delle Nicchie, «Il villano e la sua botticella. Divertimenti nel nuovo giardino», a cura di Alessandra Griffo, rievoca i fasti del giardino che circonda Palazzo Pitti, acquistato nel 1550 dalla consorte di Cosimo, Eleonora di Toledo, e nuova residenza dei granduchi, attraverso la prima scultura (ne seguiranno molte altre) realizzata per il giardino di Boboli, scolpita entro il 1557 da Giovanni di Paolo Fancelli su disegno di Baccio Bandinelli.
Nelle Sale di Levante degli Uffizi dipinti, incisioni, disegni, armi, armature e suoni compongono un omaggio alla storica milizia medicea che dà il nome alla loggia in piazza della Signoria: «I cento Lanzi del Principe» a cura di Maurizio Arfaioli, Alessio Assonitis, Pasquale Focarile, in collaborazione con il Medici Archive Project, copre un arco di tempo che va dalle origini, con Cosimo I all’estinzione della dinastia medicea nel ’700, per indicare l’impatto che i Lanzi, la cui arma iconica era l’alabarda, ebbero nella vita socio-culturale della città.
Articoli precedenti
Ai numerosi appuntamenti nel Padiglione Monumentale si affianca anche la quarta conferenza internazionale Florence Heri-Tech sul futuro della scienza e delle tecnologie del patrimonio culturale
Due densi volumi di Francesca Baldassari ricostruiscono il corpus delle opere del pittore e disegnatore fiorentino del Seicento
Acquistati nel 2004 dal fotografo fiorentino, 16 vasi apuli sono stati sequestrati dai Carabinieri. Ma stavano a Palazzo d’Avalos da 300 anni
Nel Mad Murate Art District di Firenze Maree Clarke esplora il tema della cultura aborigena toccando luoghi inediti del continente australiano