Still dal video «Ludwig» (2018) di Diego Marcon

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Still dal video «Ludwig» (2018) di Diego Marcon

I 20 anni della Fondazione Trussardi

Per l’importante ricorrenza dell’istituzione al Teatro Gerolamo vanno in scena le creature «inscatolate» di Diego Marcon

Vent’anni sono passati da quando la Fondazione Nicola Trussardi, presieduta da Beatrice Trussardi e diretta da Massimiliano Gioni, un’istituzione «mobile» per statuto e programmaticamente priva di un proprio spazio espositivo, sbalordiva i passanti della Galleria Vittorio Emanuele di Milano facendo erompere dal pavimento dell’Ottagono la roulotte di Elmgreen & Dragset.

Era il 2003. L’anno dopo, ci sarebbero stati i bambini-fantocci di Maurizio Cattelan «impiccati» alla quercia di piazza XXIV Maggio e poi, ogni anno in luogo diverso e segreto, spesso ignoto agli stessi milanesi, il nuovo progetto di un nuovo artista (da Paola Pivi a Pawel Althamer e Tino Sehgal, da Fischli e Weiss a Tacita Dean, Paul McCarthy, Pipilotti Rist, Allora&Calzadilla, da Agnes Denes a Sarah Lucas, Jeremy Deller, Ibrahim Mahama, Ragnar Kjartansson, Nari Ward e altri ancora).

In questo suo 20mo anniversario, festeggiato a miart con una grande, surreale torta donata da Maurizio Cattelan, va in scena l’intervento di Diego Marcon (Busto Arsizio, 1985, vive e lavora a Milano). La sede, ancora una volta sorprendente, è il Teatro Gerolamo in piazza Beccaria, un teatrino progettato nell’800 da Giuseppe Mengoni (l’architetto della Galleria Vittorio Emanuele) e definito per la sua eleganza «la piccola Scala», dove fino al 1957 si tenevano gli spettacoli di burattini dei Fratelli Colla, poi chiuso e rilanciato con stagioni di prosa, fino alla chiusura per ragioni di sicurezza.

Restaurato e riaperto, ospita dal 5 al 30 giugno i misteriosi «drammi da camera» messi in scena dall’artista lombardo, in cui pupazzi, bambini, creature verosimili ma con evidenza non reali, chiusi in micromondi in «scatola», si muovono con disagio in una realtà postumana, come schiacciati da dubbi inquietanti e forzati a muoversi in circolo, replicando gesti e posture in una sorta di coazione a ripetere.

Film, video, installazioni e sculture sono i linguaggi prediletti di Diego Marcon, che gli hanno guadagnato premi e presenze in istituzioni internazionali dedicate tanto all’arte visiva quanto al cinema. Le prossime tappe saranno due personali alla Kunsthalle di Basilea («Have You Checked the Children», da fine ottobre a gennaio ’24) e al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato («Glassa», dal prossimo settembre a febbraio ’24).

Still dal video «Ludwig» (2018) di Diego Marcon

Ada Masoero, 02 giugno 2023 | © Riproduzione riservata

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