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Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoli«Premetto che il sopranome di Stampalia fu dato a questo Ramo della famiglia Querini perché un Giovanni Querini nel 1300 conquistò Stampalia, Isola dell’Arcipelago (Astipalea) (…). La mia famiglia però non usò mai di questo predicato (…). Quando ho potuto l’ho omesso ma in questo mio testamento credetti di usarne perché molti dei miei beni, essendo così intestati al Censo, non succedano questioni al momento della voltura».
Scriveva così il conte Giovanni lasciando alla sua morte, il 25 maggio 1869, tutti i suoi averi alla Città di Venezia (palazzo, terreni, case, collezione di quadri, oggetti d’arte e libri) affinché si desse origine a un’istituzione che promuovesse «il culto dei buoni studj e delle utili discipline».
Così accadde e oggi la Fondazione Querini Stampalia include la casa museo, la biblioteca queriniana (l’unica in Venezia a rimaner aperta, da martedì a sabato, sino a mezzanotte), gli inserti contemporanei di Carlo Scarpa, Valeriano Pastor e Mario Botta.
A 150 dalla morte del Conte l’istituzione lo ricorda con un programma di celebrazioni che prende avvio il 21 giugno con un seminario e una mostra dedicati alla sua figura: avvocato, scienziato dilettante, imprenditore. Seguiranno a settembre il film documentario sui 150 anni e il 28 novembre l’esposizione che restituisce Venezia e la Querini attraverso l’archivio fotografico di Graziano Arici. Chiusura il 14 dicembre con la pubblicazione Una storia illustrata della Fondazione Querini di Giorgio Camuffo e Alberto Toso Fei e la mostra di tavole correlate.

Un ingresso della Fondazione Querini Stampalia. Progetto di Mario Botta. © Orch - Alessandra Chemollo
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