Gli svedesi sono anche mistici ed esoterici

Opere dal XVIII al XXI secolo allestite al Palais des Beaux-Arts-Bozar esplorano diversi aspetti della vita spirituale del Paese nordico

«Swedish Ecstasy» (2022), di Daniel Youssef. Cortesia dell’artista
Luana De Micco |  | Bruxelles

La mostra «Swedish Ecstasy. Da Swedenborg a Hilma af Klint e oltre» nel Palais des Beaux-Arts-Bozar dal 15 febbraio al 21 maggio, esplora la dimensione mistica e visionaria nell’opera di alcune grandi figure dell’arte svedesi dal ’700 ad oggi: «La Svezia è una nazione protestante di grandi ingegneri e imprenditori. Ma c’è anche un aspetto meno ufficiale che riguarda la vita spirituale della nazione, visibile nella sua arte e nella sua letteratura, spiega il curatore e critico d’arte, Daniel Birnbaum, attuale direttore di Acute Art a Londra. Il misticismo e la speculazione esoterica percorrono come un filo rosso gli scritti di alcune delle più importanti figure letterarie svedesi, da Emanuel Swedenborg ad August Strindberg. Nell’arte visiva svedese troviamo poi visionari come Carl Fredrik Hill, Ernst Josephson e Hilma af Klint».

In collaborazione con importanti istituzioni come il Nationalmuseum Stockholm e la Hilma af Klint Foundation, Bozar espone i lavori del drammaturgo August Strindberg (1849-1912), autore anche di tele e disegni che anticiparono il Surrealismo e l’Espressionismo astratto, e di Ernst Josephson (1851-1906), poeta e pittore simbolista, colorista di talento, che influenza ancora la scena figurativa scandinava.

In mostra sono anche i lavori di Hilma af Klint (1862-1944), l’artista dell’invisibile, pioniera dell’Astrazione che, nel 1896, insieme ad Anna Cassel, fondò il «De Fem» («The Five»), che si riuniva ogni venerdì per sedute di meditazione e spiritiche, e che tra il 1906 e il 1915 creò una serie di 193 quadri, frutto di una seduta, destinati a un tempio mistico. La mostra include anche opere di artisti contemporanei come Carsten Höller, Christine Ödlund, Daniel Youssef, Cecilia Edefalk o ancora Lars Olof Loeld.

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