
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Venezia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a VeneziaVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
L’allestimento a lungo termine della raccolta dell'istituzione modenese
- Stefano Luppi
- 15 febbraio 2019
- 00’minuti di lettura


Cono funerario con iscrizioni a nome di Neb-Mehyt, XVIII-XX dinastia (1539-1070 a.C.)
Gli Egizi al Museo Civico
L’allestimento a lungo termine della raccolta dell'istituzione modenese
- Stefano Luppi
- 15 febbraio 2019
- 00’minuti di lettura
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliI Musei civici di Modena, all’interno degli storici spazi archeologici risalenti al tardo XIX secolo, propongono «Storie d’Egitto. La riscoperta della raccolta egizia del Museo Civico», dal 16 febbraio al 7 giugno 2020, l’allestimento a lungo termine della raccolta egizia, mai presentata nella sua interezza e ora frutto di restauri e nuovi studi.
La raccolta è eterogenea a nasce da alcune donazioni da parte di cittadini modenesi, tra cui lo stesso fondatore e primo direttore del Museo Civico Carlo Boni ma anche figure come il marchese Giuseppe Campori, a partire dal 1875. Pochi anni dopo, intorno al 1880, il direttore Boni tratta l’acquisizione di alcuni altri oggetti con un noto mercante e antiquario francese, Charles Le Boeuf e così arrivano a Modena, accanto a materiali etnologici e archeologici ancora presenti, alcuni reperti palesemente falsi.
Tra i donatori di alcuni dei materiali più importanti che saranno esposti c’è l’astronomo Pietro Tacchini che, recatosi in Egitto nel 1882 per osservare un’eclissi di sole, ricevette in dono una testa di mummia e tre piccoli coccodrilli imbalsamati. Proprio questi sono i reperti più importanti tra gli ottanta esposti insieme a un sarcofago antropoide ligneo, alcuni canopi con coperchi rappresentanti i geni tutelari di Epoca Tarda (664-332 a.C.) e un cono funerario, con iscrizioni a nome di Neb-Mehyt, XVIII-XX dinastia (1539-1070 a.C.).
L’intera collezione è stata oggetto nell’ultimo anno di indagini diagnostiche affidate a specialisti di settore, quale fase preliminare agli interventi di pulitura e restauro: la mummia di bambino/a, che sarà restaurata davanti al pubblico, ha richiesto la campagna diagnostica più articolata, con un’indagine tomografica computerizzata, datazione al radiocarbonio C14 di tessuti molli, ossa, bende.

Cono funerario con iscrizioni a nome di Neb-Mehyt, XVIII-XX dinastia (1539-1070 a.C.)