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Il gruppo di attivisti Pain ha preso d'assalto il Met nel 2018, lanciando flaconi di pillole dalla piscina che circonda il Tempio di Dendur. Foto Jean-Christian Bourcart.

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Il gruppo di attivisti Pain ha preso d'assalto il Met nel 2018, lanciando flaconi di pillole dalla piscina che circonda il Tempio di Dendur. Foto Jean-Christian Bourcart.

Gli artisti fanno eliminare il nome Sackler dal Met

In una lettera al Cda del museo e pubblicata dal «New Yorker», grandi artisti contemporanei come Serra, Walker, Ai Weiwei e Cattelan hanno denunciato i legami del Metropolitan con la famiglia di imprenditori

Gabriella Angeleti

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Più di 70 artisti hanno contribuito alla recente decisione del Metropolitan Museum di rimuovere il nome Sackler dalle sue gallerie. In una lettera al Consiglio di amministrazione del museo inviata a novembre e pubblicata il 10 dicembre dal «New Yorker», grandi nomi dell’arte contemporanea come Richard Serra, Kara Walker, Ai Weiwei, Maurizio Cattelan, William Kentridge hanno denunciano i legami del Met con la famiglia Sackler per il loro ruolo nell’alimentare l’epidemia di oppioidi negli Stati Uniti attraverso la vendita e il marketing aggressivo dell’antidolorifico Oxycontin, che è prodotto da Purdue Pharma, una società a lungo di proprietà e controllata da membri della famiglia.

La lettera ha preso il via su iniziativa dell’artista Nan Goldin, lei stessa dipendente dagli oppioidi, che dal 2018 ha condotto diverse manifestazioni contro i Sackler con il gruppo di attivisti Pain (Prescription Addiction Intervention Now). La lettera sottolinea il fatto che la crisi degli oppioidi ha ucciso più di mezzo milione di persone negli Stati Uniti, mentre quasi 70mila persone sono morte per overdose, e condanna anche l’accordo del 2020 raggiunto tra il Dipartimento di Giustizia americano e i membri della famiglia Sackler coinvolti con Purdue Pharma.

Nell’accordo, Purdue Pharma ha accettato di pagare 225 milioni di dollari in sanzioni civili ed è stata scagionata dalle accuse secondo cui i beni della società sono stati trasferiti a holding e trust per proteggere la società in caso di bancarotta. L’accordo ha anche concesso l’immunità ai Sackler e a molti soggetti a loro vicini da future cause legate agli oppioidi.

La lettera aggiunge: «Il Metropolitan Museum of Art è un’istituzione pubblica dedicata all’arte, all’apprendimento e alla conoscenza creato negli anni a beneficio della nostra società. Onorare il nome Sackler sulle pareti del Met mina il rapporto del Met con gli artisti e il pubblico. Dati i crimini federali commessi da Purdue Pharma e lo sconcertante costo in temini di decessi, questa situazione richiede interventi senza precedenti».

A inizio dicembre, il Met ha annunciato che avrebbe rimosso il nome Sackler da sette dei suoi spazi espositivi, compresa l’ala che ospita l’antico Tempio egizio di Dendur. Già nel maggio 2019 il museo aveva annunciato che avrebbe rifiutato ogni futura donazione da parte della famiglia Sackler, in seguito a diverse proteste tra cui una manifestazione ai piedi museo all’inizio di quell’anno e una manifestazione nel 2018 in cui gli attivisti avevano lanciato flaconi di pillole di oppioidi nella vasca che circonda il Tempio di Dendur.

La decisione è arrivata mentre le istituzioni di tutto il mondo, tra cui il Musée du Louvre, il Solomon R. Guggenheim Museum, la Tate e il Victoria and Albert Museum, hanno interrotto i rapporti con i membri della famiglia Sackler dopo anni di proteste.

Il gruppo di attivisti Pain ha preso d'assalto il Met nel 2018, lanciando flaconi di pillole dalla piscina che circonda il Tempio di Dendur. Foto Jean-Christian Bourcart.

Gabriella Angeleti, 16 dicembre 2021 | © Riproduzione riservata

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