Gli «anticorpi» di Carol Rama

L’artista torinese è l’irriverente decana di un quartetto tutto al femminile al New Museum

Federico Florian |  | New York

La nuova stagione del New Museum è dedicata a quattro artiste di differenti background e generazioni. Il secondo piano del museo ospita la prima retrospettiva newyorkese di Carol Rama (1918-2015). «Carol Rama: Antibodies», aperta sino al  10 settembre e curata da Helga Christoffersen e Massimiliano Gioni, riunisce oltre 150 opere tra dipinti, oggetti e lavori su carta, che testimoniano lo sviluppo della produzione di Carol Rama negli anni, a partire dalle sue prime rappresentazioni di corpi privi di organi ai lavori più tardi, che raffigurano un crudele immaginario visivo popolato da lingue, viscere e organi mutilati. Un linguaggio brutale, quello dell’artista tornese, in cui desiderio e sacrificio, Eros e Thanatos sono intimamente intrecciati.
 
«Lynette Yiadom-Boakye: Under-Song for a Cipher», aperta sino al 3 settembre, occupa il quarto piano dell’edificio. Per questa mostra, l’artista
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