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Gli alieni nel castello

Stefano Luppi

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Prosegue fino al 10 luglio, a Castel Sismondo, nell’ambito della seconda Biennale del disegno di Rimini, una mostra che riunisce una selezione di fogli della collezione Ramo

Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della collezione, ha ordinato lungo il percorso 60 lavori di alcuni dei principali autori italiani, racchiusi nel titolo «I Marziani», termine con cui identifica gli «artisti che a volte hanno visto il loro operato coincidere con l’isolamento o l’incomprensione da parte dei loro contemporanei oppure ancora con la difficoltà a entrare nella storia dell’arte ufficiale a causa dell’originalità dello stile o delle tematiche trattate».

Il percorso, accompagnato dal catalogo edito da Mousse Publishing, procede per singoli nuclei grafici, partendo da Medardo Rosso, di cui sono presenti due disegni di figura, per giungere fino agli anni Settanta-Ottanta rappresentati tra gli altri da Aldo Mondino, passando per Adolfo Wildt, Cagnaccio di San Pietro presente con un nucleo di 7 fogli, Fortunato Depero, Tancredi Parmeggiani, Domenico Gnoli che stupisce con i disegni «Caprice n. 6» del 1955, «Boat IV» del 1957 e «Presentation of the characters» del 1960, Antonio Calderara, Alik Cavaliere, Carol Rama, Maria Lai, Vincenzo Agnetti, Gianfranco Baruchello, Enrico Baj e Gino De Dominicis.

Di quest’ultimo sono esposti due «Senza titolo» degli anni Ottanta e del 1991, mentre di Carol Rama sono presenti carte «schizzate» negli anni Sessanta-Settanta. È possibile qui comprendere l’evoluzione per scuole e stili differenti dell’intero ’900 italiano, con alcune rarità come gli assemblaggi di pittura e i video con pellicola di scarto realizzati da Gianfranco Baruchello oppure gli esempi di design industriale e proiezioni di grafica e pittura del designer Bruno Munari.

Stefano Luppi, 23 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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Gli alieni nel castello | Stefano Luppi

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