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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliSi sono aperti due nuovi spazi per l’arte contemporanea al numero 80 di Borgo Pinti, contigui ma con due «anime» ben distinte. Da un lato si segnala l’importante ritorno a Firenze della storica Galleria Gentili fondata da Giulietta Gentili con il marito Paolo (in Borgo Santacroce fino al 1997, poi trasferitasi a Prato) che riprende la sua attività di ricognizione di grandi maestri ormai storicizzati con una mostra dedicata fino al 25 novembre a Heinz Mack (1931), a cura di Helmut Friedel. Il fondatore a Düsseldorf, nel 1957, del gruppo Zero, con Piene e poi Uecker (alle cui vicende parteciperanno anche Klein, Fontana, Castellani, Manzoni), mantiene costante nei lavori degli ultimi anni il forte interesse per la luce, elemento al centro della sua ricerca. Una luce che caratterizza sia i vivaci cromatismi dei lavori ispirati dai colori di Ibiza (dove Mack ha uno studio oltre a quello di Mönchengladbach in Germania) contenuti però in una rigorosa struttura compositiva, sia quelli a monocromo bianco e nero, in cui, proprio in virtù della luce, la tecnica del frottage su carta riesce a trasmettere effetti di profondità e di rilievo, in immagini di grande vigore e raffinatezza al tempo stesso.
Dall’altro lato, sulla sinistra per chi accede alla galleria dal portone centrale, è invece lo Spazio Veda di Gianluca Gentili, con il grande ambiente a pozzo, come una cripta, solo visibile dall’esterno ma non accessibile al visitatore, dove sino al 25 novembre troneggiano nel bianco assoluto due croci scolpite in legno di ulivo, parte della mostra «Spiritual door» di Damon Zucconi (1985), che all’interno espone anche altri lavori, tutti accomunati (siano stampe, interventi architettonici o sonori) da riferimenti filosofici, espressi attraverso l’impiego di mezzi tecnologici e internet art, il campo in cui l’artista newyorkese si è formato. Manipolando digitalmente immagini con rimandi alla tradizione sacra (come le spine della corona di Cristo), Zucconi attua così sottili profanazioni nei riguardi dei simboli religiosi ma anche dei vecchi sistemi di navigazione. Lo spazio nasce con la vocazione del giovane curatore di accogliere di volta in volta artisti all’incirca della sua stessa generazione: dopo Zucconi i prossimi a esporre saranno Andres J. Laracuente, Emily Jones, Hayley Silverman ed Eva LÖfdahl.
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