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Generazioni a confronto

Il FRaC-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea, dopo la mostra «Costellazioni Infinite. International Festival of Light Art», che ha proposto fino al 4 dicembre i progetti, le maquette e i rendering di dieci installazioni realizzate da giovani artisti nello spazio urbano della cittadina al centro della Valle dell’Irno, dal 10 dicembre al 15 gennaio ospita l’antologica «Ciro Pica, la geometria, le forma», che presenta per la prima volta cinquanta opere dell’artista salernitano, tra strutture neocostruttiviste e dipinti, realizzate tra gli anni Sessanta e il 1998, anno della morte.

Pica è stato un interprete dell’astrattismo italiano poco riconosciuto nella sua città natale, ma seguito con interesse dalla critica nazionale, da Menna a Marchiori, da Sanesi a Caramel, a Rizzi, Apollonio, Sala e Toniato. «Il programma del FRaC che si spinge fino alla prossima estate guarda con attenzione al dibattito sull’astrattismo in Campania registrato negli anni Sessanta, afferma il direttore del museo Massimo Bignardi.

L’interesse è rivolto ad aspetti poco indagati, ad altre personalità dell’Astrattismo e alle esperienze che a Napoli, tra il 1960 e il 1965, hanno segnato il passaggio da una pittura d’impronta nuclearista alla pittura/oggetto». Questo il filo conduttore della mostra «Napoli, una vertigine soggettiva. Presenze del dibattito artistico tra “immagine” e “oggetto”, 1960-65», nei due piani dell’antica struttura conventuale che ospita il FRaC, allestita dal 3 giugno al 30 luglio, con dipinti, disegni e un vasto repertorio di  documenti atti a ricostruire l’ampiezza del dibattito inaugurato sulle pagine della rivista «Documento Sud» all’alba dei Sessanta e protrattosi fino alla meta del decennio trovando pieno riscontro nell’attività di «Linea Sud». I lavori in mostra evidenziano il transito verso una pittura/oggetto che si spinge nella dimensione antropologica della città di Partenope, ponendo in rapporto, tra gli altri, artisti quali Barisani, Biasi, Bugli, Del Pezzo, Desiato, Di Fiore, Diodato, Matarese, Salvatore, Paladino, Panaro, Palumbo, Persico e Stefanucci.

La mostra si avvale del patrocinio scientifico del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena, nell’ambito di un progetto di studio dedicato alla cultura artistica in Italia negli anni Sessanta. Tra gennaio e l’estate il museo ospiterà inoltre due mostre di due artisti emergenti: «Lucio Afeltra. Il bosco nel teatro», dal 21 gennaio al 19 febbraio con una serie di lavori site specific in resine sintetiche, e «Francesca Poto. [ka’m:€o]», con una serie di incisioni realizzate dall’artista salernitana negli ultimi anni. Infine dal 4 marzo al 9 aprile il FRaC proporrà la mostra «La fotografia a Salerno 1950-2000», che ricostruisce vicende, personalità ed esperienze dall’immediato secondo dopoguerra all’attualità ed è corredata da una serie di laboratori con attività pratiche sulle tecniche e i processi di stampa grazie alla presenza di una tradizionale camera oscura.

Pasquale Ruocco, 04 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

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Generazioni a confronto | Pasquale Ruocco

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