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Un frame di «Timecode» (2020) di Elisabetta Benassi

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Un frame di «Timecode» (2020) di Elisabetta Benassi

Fotografie nel convention center della Nuvola

Il Festival Eur photo project è articolato in due sezioni ciascuna attraversata dal legame, più o meno dichiarato e radicato, fra pratica fotografica e letteraria

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Arianna Antoniutti

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Inaugura venerdì 25 febbraio, e resterà aperto al pubblico sino al 9 marzo, presso La Nuvola, il Festival di Fotografia «Eur photo project. Letteratura e Fotografia: un amore contrastato». Curato da Marco Delogu e prodotto da Eur Culture Per Roma, il Festival è articolato in due sezioni «Black Room» e «Work», ciascuna attraversata dal legame, più o meno dichiarato e radicato, come suggerisce il sottotitolo della manifestazione, fra pratica fotografica e letteraria.

«Black Room» è composta da dodici mostre, allestite in uno spazio di 3mila mq del convention center della Nuvola; tra di esse spicca l’esposizione dedicata a Pasolini nel centenario della nascita dello scrittore: «Ipotesi di raffigurazione», con scatti di Elisabetta Benassi, Jacopo Benassi, Plinio De Martiis, Pino Musi, Giovanna Silva, Sabina Ragucci e Giorgio Falco, accanto a fotografie d’archivio di Giuseppe Garrera. La cura è dello stesso Delogu, con la collaborazione di Andrea Cortellessa e Silvia De Laude, che hanno selezionato testi di Pasolini a punteggiare il percorso visivo.

Medesime traiettorie incrociate fra parola e immagine sostengono «Ghirri-Celati. Un’amicizia», esposizione dedicata al legame fra il fotografo Luigi Ghirri e lo scrittore Gianni Celati, scomparso lo scorso gennaio, mentre in «Southern Frontiers» di Don McCullin, è presentata una fotografia dell’autore, scattata tra le rovine di Leptis Magna e tratta dal recente volume Frontiere del Sud: un viaggio attraverso l’Impero Romano.

In «Apparizioni all’EUR», Paolo Ventura, Gea Casolaro e Marco Delogu, offrono i propri punti di vista su quartiere che ospita la manifestazione, e in «Le Piazze Invisibili» scrittori e fotografi (tra i quali Olivo Barbieri, Luca Campigotto, Eva Frapiccini, Claudia Gori, Alice Grassi) illustrano il valore sociale e civile delle piazze, per un progetto pensato durante il primo lockdown del 2020. Se l’Accademia di Francia a Villa Medici e l’Accademia di Spagna a San Pietro in Montorio sono al centro della mostra «The Grand Tour», con opere dei borsisti Aude Fourel, Evangelia Kranioti, Théodora Barat e Josè Guerrero, gli spazi indipendenti sono al contrario il focus di «Vera», esposizione nata dall’omonimo libro fotografico di Damiana Leoni.

Infine la sezione del Festival «Work», che si propone come punto di incontro per case editrici, librerie, scuole, collettivi fotografici, presenterà i lavori «Non c’è nessuna Itaca» di Francesco Cataluccio, «The Game» di Marcello Pastonesi, «Paesi. La Valle dell'Aniene raccontata da quattordici fotografe dall’Associazione Donne Fotografe», «Mandeep» di Filippo Trojano, «Facce in tre righe» di Valerio Maria Trapasso, «The beauty of The familiar» di Lorenzo Pesce e «WSP photography».

Un frame di «Timecode» (2020) di Elisabetta Benassi

«Piazza San Marco, Venezia» (2020) di Luca Campigotto

«Dalla strada per Finale Emilia, Cadecoppi» (1989) di Luigi Ghirri

Arianna Antoniutti, 24 febbraio 2022 | © Riproduzione riservata

Fotografie nel convention center della Nuvola | Arianna Antoniutti

Fotografie nel convention center della Nuvola | Arianna Antoniutti