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Fotografie e cinema

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

In occasione della prima edizione di Brescia Photo Festival, Paci contemporary inaugura il 7 marzo la personale di Eric Rondepierre «C’era una volta il cinema» (fino al 30 settembre). Sono trascorsi oltre vent’anni dalla grande esposizione che, al MoMA, consacrò l’artista tra i fotografi sperimentali più significativi del tempo, mentre è del 2015 l’antologica alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

Ora è Brescia, grazie all’impegno della galleria Paci, a presentare il suo lavoro, concentrandosi sui soli lavori storici in bianco e nero delle serie «Annonces» e «Précis de décomposition», documenti di una fotografia che s’intreccia strettamente con il cinema. La singolarità del suo lavoro scaturisce soprattutto dal cortocircuito che s’innesca tra la radicalità dei processi utilizzati da un lato e, dall’altro, il sapore rétro dei contenuti, e le deformazioni e i danneggiamenti della pellicola per effetto di vari accidenti. Ne deriva un senso di transitorietà, di vulnerabilità, che coinvolge profondamente l’osservatore.

Nella serie «Annonces», avviata nel 1991, Rondepierre si serve di pellicole francesi o americane degli anni dai Trenta ai Sessanta, puntando sui testi che scorrono sullo schermo (cast o commenti), per fotografarli in un momento in cui non sono ancora perfettamente formati. Nell’altra serie (30 immagini, 1993-95) l’autore sonda gli archivi cinematografici americani e sceglie pellicole di anonimi film muti, purché corrose e rovinate, facendo di quel danno il soggetto dei suoi scatti.

Ada Masoero, 04 marzo 2017 | © Riproduzione riservata

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Fotografie e cinema | Ada Masoero

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