Mario De Biasi, «Il balletto. Rimini», 1953 (particolare)

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Mario De Biasi, «Il balletto. Rimini», 1953 (particolare)

Fotografie che hanno fatto Epoca

Alla Casa dei Tre Oci una retrospettiva di Mario De Biasi con oltre 200 fotografie

La fotografia che ritrae il sensuale cammino di Moira Orfei di spalle che, in un attillato tubino bianco, passa in mezzo a un gruppo di uomini, è una delle immagini più spesso associate al nostro Paese. La sua fama l’ha resa emblema ironico e certamente stereotipato della società italiana del dopoguerra, oscurando forse la ricca e altrettanto significativa produzione del suo autore, Mario De Biasi.

L’italiano pazzo, questo l’appellativo guadagnato sfidando i pericoli sul campo (che fossero le pallottole in Ungheria nel 1956 o il gelo della Siberia nel 1964) si avvicina alla fotografia nel 1945 grazie al ritrovamento di un manuale di tecnica fra le macerie di Norimberga, dove era stato deportato. Nel giro di pochi anni inizia a esporre i propri scatti e nel 1953 entra nella redazione di «Epoca», settimanale per il quale lavorerà per oltre trent’anni realizzando alcuni dei suoi servizi più celebri.

A lui Casa dei Tre Oci (da poco acquisita dal Berggruen Institute) dedica una retrospettiva con oltre 200 fotografie, molte delle quali inedite. Nata dalla collaborazione con l’Archivio Mario De Biasi, la mostra, «Mario De Biasi. Fotografie 1947-2003», fino al 31 luglio, è organizzata da Civita Tre Venezie con Admira e promossa da Fondazione di Venezia.

L’intento è quello di raccontare la proficua carriera di questo autore, «in tutte le sue sfaccettature», come sottolinea la curatrice Enrica Viganò, «Il fotoamatore neorealista, il fotoreporter di “Epoca”, il testimone della storia, il ritrattista di celebrità, l’esploratore di mondi vicini e lontani, l’artista visuale, l’interprete di madre natura, il disegnatore compulsivo e creativo».

Oltre alle fotografie, troviamo esposti anche diversi volumi e quaderni, i numeri originali delle riviste su cui ha pubblicato, le corrispondenze con Enzo Biagi e Arnoldo Mondadori e due approfondimenti audiovisivi, fra cui anche la preziosa intervista di Laura Leonelli in cui De Biasi racconta la costruzione di alcuni dei suoi servizi più significativi. La sua capacità di superare limiti e difficoltà emerge da un percorso espositivo che ci porta nella storia del secolo scorso, fra guerre e mondanità, raccontata sempre con lo stesso sguardo meravigliato di chi sa scorgere la bellezza in ogni istante.

Mario De Biasi, «Il balletto. Rimini», 1953 (particolare)

Mario De Biasi, «Gli italiani si voltano», 1954

Monica Poggi, 11 maggio 2021 | © Riproduzione riservata

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Fotografie che hanno fatto Epoca | Monica Poggi

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