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«Capriccio architettonico con l’Arco di Costantino», di Giovanni Paolo Panini. Stime 90-150mila euro. Cortesia di Farsettiarte

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«Capriccio architettonico con l’Arco di Costantino», di Giovanni Paolo Panini. Stime 90-150mila euro. Cortesia di Farsettiarte

Fondi oro, ritratti e capricci protagonisti da Farsetti

L’asta in programma a Prato il 21 aprile include un nucleo di importanti tavole trecentesche accanto alla pittura di genere del XVII secolo. Nella sezione dell’Ottocento spicca una veduta di Telemaco Signorini

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Elena Correggia

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Gli incanti primaverili di Farsetti si aprono il 21 aprile, a Prato, con una vendita di dipinti e arredi antichi che trova un fulcro prezioso in una serie di fondi oro studiati in modo approfondito. A partire dalle due opere raffiguranti la «Madonna e San Giovanni Evangelista» di scuola bolognese del XIV secolo (stima 60-70mila euro), dall’intensa e dolorosa espressività. Potrebbe trattarsi di un’opera destinata alla devozione domestica, ma un’ipotesi alternativa colloca le due tavole centinate quali cimase del braccio orizzontale di una croce, fatto piuttosto comune nella pittura emiliana del Trecento.

Una «Madonna col Bambino in trono» della metà del Quattrocento circa è proposta in catalogo e attribuita al Maestro dell’Annunciazione Ludlow, un raffinato pittore tardogotico il cui corpus di opere venne ricostruito da Federico Zeri e trova fra i tratti comuni dei suoi lavori una raffinata e ricca decorazione delle vesti (60-80mila euro). Fu sempre Federico Zeri a definire «Maestro del Polittico di Torre di Palme» un ignoto pittore attivo per la sua opera principale a Fermo, nelle Marche, nella seconda metà del Trecento, e qui proposto con «San Nicola di Bari e santa Margherita» (tempera su tavola 80-100mila euro), di elevata qualità pittorica, probabilmente parte di un polittico.

Si passa poi al realismo antiaccademico lombardo con «Mendicanti», un olio di Giacomo Francesco Cipper, detto il Todeschini (30-40mila), artista di formazione nordica che lavorò in Italia settentrionale, soprattutto a Bergamo e Brescia distinguendosi per la sua pittura di genere, non immune da una vena di amara satira sociale nel ritrarre la quotidianità della povera gente.

Un soggetto, quest’ultimo, spesso effigiato anche da Giacomo Ceruti, il Pitocchetto, qui presente invece con una «Dama in costume» (60-70mila), un personaggio di fantasia reso con scioltezza e libertà espressiva. Da segnalare anche una «Deposizione con gli angiolini», tela attribuita a Jacopo Negretti (15-20mila), pronipote di Palma il Vecchio, che fu influenzato dalle atmosfere di Tintoretto e seppe interpretare appieno la cultura visiva veneziana della fine del Cinquecento.

Noto per i suoi paesaggi con architetture romane che mescolano realtà ad invenzione, Giovanni Paolo Panini è posto in risalto con un olio, «Capriccio architettonico con l’Arco di Costantino», dalla scenografica impostazione di cui si conoscono altre due versioni che differiscono per dimensioni e alcuni dettagli (90-150mila). Con un naturalismo essenziale ma delicato Giovanni Battista Moroni affianca alla ritrattistica che sempre gli fu congeniale il tema sacro, qui testimoniato da una «Madonna con il Bambino e cherubini» (40-50mila).

Il catalogo contempla poi un lotto prezioso per appassionati bibliofili, ovvero un raro Atlante di Willem e Joan Blaeu, celebri cartografi olandesi che realizzarono alcuni dei globi più importanti del loro tempo e furono cartografi ufficiali della Compagnia olandese delle Indie orientali. L’opera in questione, «Theatrum Orbis Terrarum sine atlas novus», pubblicata ad Amsterdam nel 1640, si compone di tre volumi in folio con coperta in pergamena e punzonature in oro (90-120mila).

Il 22 aprile, sempre alla casa d’aste Farsetti, sarà invece la volta dei dipinti e delle sculture del XIX e XX secolo dove spicca un gruppo di opere dei maestri macchiaioli. Fra i top lot svetta una tela di Telemaco Signorini, «Mercato Vecchio» (90-120mila), che insieme con altri scorci di Firenze venne realizzato dal pittore per rendere omaggio a quei quartieri che sarebbero a breve stati demoliti, in base a un progetto degli anni di Firenze capitale, per adeguarsi a un’urbanistica più in linea con criteri moderni di edilizia. Il documento in immagini è così declinato secondo un verismo narrativo che predilige un formato verticale e accentuate fughe prospettiche.

Di Giovanni Fattori sono proposti un delicato paesaggio «Lungo il torrente» (18-22mila) e «Cavalleria in marcia», in cui l’amato soggetto di cavalli e cavalieri s’inserisce in un clima solenne e dinamico (38-48mila). Infine, possiede una particolare valenza storica l’olio di ampio formato di Domenico Morelli, «Cesare Borgia a Capua» (55-75mila). Si tratta della riedizione, identica in dettagli e dimensioni, di una delle più celebri opere a soggetto storico di Morelli, che raffigura con dovizia di dettagli l’assedio di Capua da parte delle truppe francesi appoggiate da Papa Alessandro VI nel 1501.

«Capriccio architettonico con l’Arco di Costantino», di Giovanni Paolo Panini. Stime 90-150mila euro. Cortesia di Farsettiarte

«Cesare Borgia a Capua», di Domenico Morelli. Stime 55-75mila euro. Cortesia di Farsettiarte

Elena Correggia, 19 aprile 2023 | © Riproduzione riservata

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