Fluxus malinconico

Chiara Coronelli |  | BREMA

Ogni immagine di Elina Brotherus (1972) è percorsa dalla luce limpida e malinconica della sua terra, la Finlandia, e dalla sua figura solitaria, ripresa con la pratica dell’autoritratto performativo. Con questi mezzi l’artista finlandese, esponente della scuola di Helsinki, racconta la fragilità umana, il senso della perdita, il rapporto dell’individuo con lo spazio, il paesaggio come riflesso della propria interiorità e il dialogo tra fotografia e pittura classica.

«Per oltre vent’anni ho usato il mio corpo nelle opere, ma a un certo punto sono arrivata a una specie di vicolo cieco. Avevo la macchina fotografica montata, la luce era perfetta, ma non sapevo più che cosa fare di fronte all’obiettivo», spiega. Una crisi superata grazie all’incontro con l’arte di Fluxus, che la folgora per la libertà creativa e il senso del gioco. Sulle serie realizzate da quel momento, il 2016, si
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