Pino Pinelli, «Disseminazione di 6 elementi». Courtesy Ferrainarte

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Pino Pinelli, «Disseminazione di 6 elementi». Courtesy Ferrainarte

Estate italiana gratis e Reale

Alik Cavaliere, Bonalumi, Pinelli e Agostino Ferrari

Come ogni estate, Milano apre Palazzo Reale all’arte contemporanea con un programma di mostre a ingresso gratuito che ora coinvolge anche il vicino Museo del Novecento.

Curata da Elena Pontiggia con l’Archivio Cavaliere, la mostra «Alik Cavaliere. L’universo verde» (catalogo Silvana), prosegue fino al 9 settembre nella Sala delle Cariatidi, e di lì si estende al Giardinetto di Palazzo Reale, al Centro Cavaliere, all’Università Bocconi e, con diversi focus, al Museo del Novecento, Palazzo Litta, Gallerie d’Italia e Conservatorio, in un percorso diffuso che prova la pionieristica attenzione dello scultore (Roma, 1926-Milano, 1998) ai temi ambientali. Se a Palazzo Reale si rilegge l’intero suo percorso con opere miliari, dagli esordi fino alla spettacolare «Grande Dafne» del 1991, nel Museo scorrono le avventure surreali di «Gustavo Bene», ironico alter ego dell’artista.

Dal 10 luglio al 16 settembre, a Palazzo Reale e alle Gallerie d’Italia (dov’è esposta un’inedita installazione) si accendono le avvampanti monocromie di Pino Pinelli (Catania, 1938). La mostra «Pittura oltre il limite» (catalogo Silvana), curata da Francesco Tedeschi con l’Archivio dell’artista, riunisce 40 opere degli ultimi 50 anni caratterizzate dalla sua continua ricerca del superamento della «forma-quadro», come «disseminata» nello spazio, e dell’uso di un colore vibrante, carico d’energia.

Completa il terzetto a Palazzo Reale una retrospettiva di Agostino Bonalumi, aperta dal 13 luglio al 30 settembre, cui è dedicato un servizio in questo numero di «Vernissage». Intanto al Museo del Novecento, dove il 20 settembre sarà presentato il catalogo ragionato (Electa) della sua opera, a cura di Martina Corgnati, continua fino al 28 ottobre «Agostino Ferrari. Segni nel tempo» (gratuita fino al 19 agosto), cui in novembre seguiranno la giornata di studi all’Accademia di Brera e la personale «Pro-segno» nella galleria milanese Ca’ di Fra’. Ovunque, il suo segno pittorico, da lui inteso come strumento espressivo e «scrittura non significante», sempre rinnovata.

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Ada Masoero, 07 agosto 2018 | © Riproduzione riservata

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