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Stefano Luppi
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Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, il Meis, costituito grazie a una legge del 2003, dopo una prima fase di elaborazione culturale e programmatica (cfr. n. 367, set. ’16, p. 8) entra ora nel vivo. Il ministro Dario Franceschini ha infatti presentato il nuovo logo (nella foto qui accanto) del museo realizzato dall’agenzia Teikna Design di Claudia Neri di Milano.
«Si tratta, ha spiegato il ministro, di fornire un’identità visiva e un’immagine completamente rinnovate. Il nuovo logo del Meis è un’immagine aperta, in cui le lettere dell’acronimo del nome del museo sono rappresentate da rettangoli dal contenuto variabile, pensati per raccogliere e trasmettere messaggi ogni volta differenti. Una metafora dell’ebraismo come sistema culturale ed esistenziale in continuo divenire.
Mentre i caratteri che precedono la S finale rimandano a un’idea di saldo ancoraggio alle radici ultramillenarie dell’Ebraismo, l’ultima lettera si disallinea e guarda in avanti». Il lungo percorso che porterà alla realizzazione completa del museo è stato delineato lo scorso anno, con l’insediamento del nuovo Cda (composto da Carla di Francesco, Renzo Gattegna, Massimo Maisto e Massimo Mezzetti), presieduto da Dario Disegni, dal 2002 al 2013 segretario Generale della Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo di Torino, e con la nomina del nuovo direttore del Meis, Simonetta Della Seta.
L’edificio dell’ex carcere di Ferrara, in corso di trasformazione, dal 13 dicembre ospiterà la mostra inaugurale «Ebrei, una storia italiana: i primi mille anni» (a cura di Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla): illustrerà l’unicità della storia dell’Ebraismo italiano, spiegando attraverso documenti, oggetti e tecnologie multimediali come la presenza ebraica in Italia si sia formata e sviluppata. Questo complesso cantiere, che alla fine renderà disponibili oltre 1.200 metri quadrati su tre piani, proseguirà, a partire dai primi mesi del 2018 e fino a tutto il 2020, con la fase centrale dei lavori. Verranno costruiti nell’area dell’ex carcere di via Frangipane cinque (come i libri della Torà) nuovi edifici previsti dal progetto vincitore del concorso internazionale di architettura, firmato da Studio Arco di Bologna e Scape Spa di Roma.
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