«Palm Springs, The Family Visit, Portrait #1 (The Niece)» è il titolo della sola immagine finora distribuita della nuova serie «Palm Springs». Per vedere le altre si aspetta l’inaugurazione del 16 febbraio di «Erwin Olaf», doppia retrospettiva dedicata al sessantenne artista olandese, allestita fino al 12 maggio al Gemeentemuseum Den Haag e al The Hague Museum of Photography.
Una ragazzina sta seduta immobile con uno sguardo indecifrabile e un bicchiere di latte nelle mani. Olaf ci ha abituati a questi enigmi messi in scena nello studio ossessivo degli ambienti e della gestualità degli attori, del colore e della luce, in tableaux che rimandano al cinema anni Cinquanta, a Vermeer, alla moda e alla pubblicità, dove è molto richiesto.
Il Gemeentemuseum presenta una selezione dei suoi lavori dal 2000 a oggi. Qui «Berlin» «Shanghai» e «Palm Springs», trittico con cui Olaf osserva il cambiamento nelle tre città cercandone il riflesso negli abitanti.
The Hague Museum si concentra invece sull’evoluzione dagli esordi fotogiornalistici degli anni Ottanta sulla comunità gay, all’uso del digitale e ai film. Considerato gloria nazionale, oltre che fotografo della famiglia reale, mesi fa Olaf ha donato parte della propria opera al Rijksmuseum (500 tra stampe, portfolio, video e libri) che in estate gli dedicherà una personale.
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