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Tra periferie, illusioni, vite comunitarie e mutamenti fisici, le ricerca di Jordi Colomer e Salvatore Vitale dialogano attraverso percorsi paralleli
- Rica Cerbarano
- 11 aprile 2022
- 00’minuti di lettura


«Anarchitekton (Brasilia)» (2003) di Jordi Colomer © l'artista, VEGAP, Barcelona
Due mostre fotografiche alla Fmav
Tra periferie, illusioni, vite comunitarie e mutamenti fisici, le ricerca di Jordi Colomer e Salvatore Vitale dialogano attraverso percorsi paralleli
- Rica Cerbarano
- 11 aprile 2022
- 00’minuti di lettura
Rica Cerbarano
Leggi i suoi articoliLa Fondazione Modena Arti Visive presenta due mostre fotografiche. «Strade», visitabile fino all’8 maggio, è la prima retrospettiva in Italia di Jordi Colomer(Barcellona, 1962), artista che opera ai confini tra l’ordinario e lo straordinario, adottando lo spazio pubblico come palcoscenico dei suoi progetti dal carattere performativo. La pratica artistica di Colomer si concentra sui sistemi di rappresentazione della città e sulla nostra capacità di sovvertirli; da questa indagine emergono i temi a lui più cari: il nomadismo, il periferico, l’immaginario popolare, l’umorismo, la comunità, il provvisorio, la finzione e l’utopia.
La mostra, realizzata in collaborazione con la MACBA Collection e con il contributo dell’Ambasciata di Spagna in Italia e della Fundació Ramon Llull, è a cura di Daniele De Luigie riunisce opere realizzate negli ultimi venti anni comprese alcune note videoinstallazioni, fotografie e sculture. L’artista è stato inoltre chiamato a realizzare un’operazione performativa a Modena, coinvolgendo la cittadinanza in un recupero catartico dell’esperienza dello spazio sociale, notevolmente messo in crisi dalle restrizioni imposte dalla pandemia.
La seconda mostra, aperta fino al 5 giugno, s’intitola «Decompressed Prism», è dedicata a Salvatore Vitale (Palermo, 1986), e a cura di Chiara Dall’Olio. Una grande installazione site-specific combina elementi di finzione, documenti e dati reali, filmati e ricerche d’archivio, per svelare i paradossi alla base del monitoraggio sociale. Il lavoro di Vitale suscita una riflessione sulla smaterializzazione dei corpi e sulle barriere fisiche e digitali, sollevando domande su che cosa noi cittadini e soggetti politici possiamo fare per contribuire a una maggiore trasparenza dei sistemi che regolano la società. La mostra è realizzata in collaborazione con l’Associazione DIG e con il sostegno della Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia.

«Anarchitekton (Brasilia)» (2003) di Jordi Colomer © l'artista, VEGAP, Barcelona

Un particolare di «Decompressed Prism» (2021) di Salvatore Vitale © l'artista