Domenico Panetti riscoperto attraverso il restauro della sua splendida Madonna

La preziosa tavola quattrocentesca del Museo della Cattedrale di Ferrara ha ritrovato la sua ricchezza cromaticca anche grazie a cinque associazioni culturali

«Madonna con Bambino e due donatori» (1497-1500) di Domenico Panetti
Valeria Tassinari |

Domenico Panetti è probabilmente tra gli artisti ancora meno compresi del Quattrocento ferrarese e il recente restauro della sua preziosa tavola «Madonna con Bambino e due donatori», databile tra il 1497 e il 1500, offre ora un nuovo contributo alla comprensione del ruolo dell’artista nel contesto della splendida stagione estense, sulla quale la fortunata mostra «Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa» allestita al Palazzo dei Diamanti ha riportato l’attenzione. Di Panetti, la cui vita è collocabile tra il 1470 circa e il 1513, si sa che ha lavorato nell’età di Lionello e Borso d’Este a Ferrara, dove si ritiene sia stato prima allievo di Ercole de’ Roberti e poi, stando al Vasari, a sua volta maestro di Benvenuto Tisi da Garofalo.

Si tratta dunque di una figura importante per ricostruire la continuità della stagione culturale nel passaggio tra i due secoli, e per questo è apparso particolarmente importante procedere ora al restauro conservativo di una sua opera, la cui bellezza appariva in parte occultata dall’ossidazione che ne alterava la lettura cromatica.

La tavola, di proprietà del Museo della Cattedrale di Ferrara, è stata oggetto di un intervento realizzato dai restauratori Fabio Bevilacqua e Silvia Zoni che, sotto la supervisione del conservatore del Museo di Schifanoia Romeo Pio Cristofori, hanno operato per l'eliminazione di vernici incongrue, la pulitura e il recupero di alcuni piccoli interventi precedenti ormai alterati. La rimozione della finitura ingiallita ha restituito la brillante intensità dei pigmenti originari e il nitore dei riflessi di uno splendente paesaggio acquatico sullo sfondo del trono della Vergine.

Molto significativa è stata la sinergia pubblico - privato, grazie al coinvolgimento di cinque associazioni del territorio: Ambassador Club Ferrara, Ferrariae Decus, Soroptimist International Club, Associazione Italiana Sommelier delegazione di Ferrara e FIDAPA BPW Italy, sezione di Ferrara - che hanno sostenuto l’operazione, mentre il laboratorio di diagnostica Alma Mater dell’Università di Bologna ha realizzato rilievi diagnostici in collaborazione con lo studio Lumière Technology. L’opera, ora ritenuta una delle prove migliori dell’artista, è tornata nella sua sede originale.

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