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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliIl territorio reggiano visto come crocevia delle popolazioni preromane, etrusche, liguri e celtiche e probabilmente umbre, è il tema della rassegna «Gli Etruschi e gli altri. Reggio Emilia terra di incontri» che prosegue presso il Palazzo dei Musei del Comune fino al 31 ottobre
La mostra riunisce 200 oggetti conservati nelle collezioni dei musei reggiani, tra iscrizioni etrusche, bronzetti figurati, vasellame in bronzo e in ceramica oltre a corredi funerari delle diverse popolazioni documentate nel Reggiano. Presenti lungo il percorso anche alcuni reperti dell’equipaggiamento militare, del simposio e dell’abbigliamento femminile e una sezione dedicata alla ricerca epigrafica dei primi nomi a noi noti redatti in etrusco.
Gli organizzatori hanno anche esposto un lituo, insegna dell’augure, ossia del sacerdote addetto a tracciare le strade, e un mozzo di ruota di carro etrusco: entrambi gli oggetti evocano l’intensità dei traffici che animavano le antiche vie di comunicazione. Spiccano infine nell’allestimento i principali monumenti etruschi del territorio reggiano: i due cippi istoriati e iscritti rinvenuti vicino a Rubiera che restituiscono nomi etruschi dietro i quali si celano origini diverse.
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