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«L'archeologo» (1928), Genova, Galleria d'Arte Moderna. Comune di Genova - Musei di Nervi - Galleria d'Arte Moderna © Filippo de Pisis by SIAE 2019

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«L'archeologo» (1928), Genova, Galleria d'Arte Moderna. Comune di Genova - Musei di Nervi - Galleria d'Arte Moderna © Filippo de Pisis by SIAE 2019

De Pisis a Palazzo Altemps

Retrospettiva curata da Pier Giovanni Castagnoli con Danka Giacon

Guglielmo Gigliotti

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Dopo Milano, e dopo essere slittata a causa del lockdown, ha riaperto al Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps fino al 20 settembre la retrospettiva di circa 80 opere di Filippo de Pisis (1896-1956), curata da Pier Giovanni Castagnoli con Danka Giacon.

A Roma si arricchisce tuttavia di una quarantina tra carte e acquerelli, realizzati a principiare dagli anni dell’adesione alla Metafisica di de Chirico (1916-17) fino all’ultima stagione, segnata dalla malattia nervosa che lo porterà alla morte in un ospedale psichiatrico.

Nature morte, vedute urbane (Roma, Milano, Londra, Venezia), paesaggi campestri e marini, o rarefatte fantasie liriche con fiori e piume, vanno così a dialogare con le opere d’arte antica del museo sito nella dimora cinquecentesca degli Altemps. A connettere due mondi espressivi così lontani, la «nostalgia del frammento» tanto cara al pittore ferrarese.

«L'archeologo» (1928), Genova, Galleria d'Arte Moderna. Comune di Genova - Musei di Nervi - Galleria d'Arte Moderna © Filippo de Pisis by SIAE 2019

Guglielmo Gigliotti, 20 agosto 2020 | © Riproduzione riservata

De Pisis a Palazzo Altemps | Guglielmo Gigliotti

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