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Dalla Corea del Sud al Val di Noto

Mariella Rossi

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In occasione del quindicesimo anniversario dell’inserimento nei siti Patrimonio Unesco delle città tardobarocche del Val di Noto, la cittadina di Noto ospiterà il prossimo ottobre il terzo Festival Iccn del Patrimonio Immateriale Unesco. La sigla Iccn identifica l’Organizzazione Mondiale delle Città per la Salvaguardia e la Promozione del Patrimonio Intangibile Unesco, con sede in Corea del Sud. La notizia era stata anticipata lo scorso anno dal segretario generale Seok-le Lee in visita nella Palermo arabo-normanna.

Il Festival, che si svolgerà anche a Catania, Palermo e Agrigento, ospiterà oltre cinquanta delegazioni artistiche provenienti dai Paesi membri dell’Iccn. Il Val di Noto è localizzato nell’area sud-orientale dell’isola, caratterizzata dai rilievi Iblei. Con un nome che evoca un’antica circoscrizione amministrativa del Regno di Sicilia, si snoda tra le provincie di Siracusa, Catania e Ragusa e comprende, oltre a Noto, altri sette comuni: Palazzolo Acreide, Scicli, Modica, Ragusa, Militello Val di Catania, Caltagirone e Catania.

Noto, come le altre cittadine del sito, comprende mirabili esempi di architettura tardobarocca. Da segnalare in particolare la Chiesa di San Domenico, dell’architetto Rosario Gagliardi, e Palazzo Nicolaci, attribuito allo stesso autore ma ultimato dal suo allievo Vincenzo Sinatra nel 1765. Quest’ultimo edificio è stato oggetto di una serie di lavori di restauro da parte della Soprintendenza ai Beni culturali di Siracusa sotto la guida dell’architetto Giovanna Susan.

Mariella Rossi, 02 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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