Dal Salvator Mundi al De profundis

Il grande thriller vinciano assoluto, l’unico che supera «Il trono di spade», è il dipinto più caro del mondo

Il «Salvator Mundi» (particolare)
Bruno Muheim |

Avete perfettamente ragione, Beyoncé e Jay-Z davanti alla Gioconda sono volgarotti, Dan Brown nel «Codice da Vinci» è di una banalità da piangere, il grande thriller vinciano assoluto, l’unico che supera «Il trono di spade» è il «Salvator Mundi». Ogni giorno aspettiamo con ansia, crisi di astinenza e languore un nuovo sublime dettaglio della più bella saga del mondo dell’arte, che aspetta solo il suo Dickens o il suo Balzac.

Il cast è pazzesco: ci sono i reali inglesi, un principe ereditario, diverse corti della penisola arabica, un oligarca russo, una restauratrice diabolica e poi intermediari tremendi e disonesti, le due più grandi case d’asta, i più grandi direttori di musei al mondo e i loro esperti, stelle di Hollywood che si credono esteti con orgasmi intellettuali, per non parlare di noiosi e seri ricercatori usati malgrado loro dall’una o dall’altra parte. Mancano solo le Bond
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