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Carlo Avvisati
Leggi i suoi articoliSi tratta di 183mila originali fotografici (tra negativi su pellicola, lastre: calotipie, diapositive a colori e in bianco e nero) e quasi 28mila originali cartacei suddivisi tra quaderni di scavo, note di spedizioni, nastri video analogici e digitali.
Insomma tutto quanto custodito nell’archivio della Soprintendenza sugli scavi vesuviani, dalla fine del 1800, e sino a oggi consultabile solo dagli studiosi e dagli archeologi, dal 2017 verrà messo a disposizione di chiunque possegga un pc, uno smartphone o un tablet.
Chi vorrà visitare Pompei e volesse saperne di più sulla città, sulle sue architetture o sulle decorazioni parietali, prima di entrare negli scavi, e verificare se sia o meno cambiata la situazione di un rinvenimento da quando venne fatto, oggi lo potrà fare in maniera professionale.
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