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Da Schola Saxonum a Corsia Sistina a museo

Federico Castelli Gattinara

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Parte il recupero dell’ospedale di Santo Spirito in Sassia, con decorazioni e collezioni di grande rilievo

Tutte le procedure sono espletate, compresi i bandi di gara: manca poco all’avvio dei cantieri di restauro del complesso di Santo Spirito in Sassia, il più antico ospedale italiano, fondato da papa Innocenzo III nel 1198 nell’area già occupata dalla Schola Saxonum per i pellegrini anglosassoni. Tra il 1471 e il 1478 Sisto IV lo fece ricostruire e ampliare probabilmente da Baccio Pontelli, facendo decorare la Corsia Sistina (la corsia degli ammalati lunga 120 metri) con il più importante ciclo di affreschi a tema profano del Quattrocento romano. Al Cinquecento risalgono invece l’attigua Chiesa di Santo Spirito di Antonio da Sangallo il Giovane e il Palazzo del Commendatore di Nanni di Baccio Biglio. 

Il complesso racchiude capolavori di tutti i tipi e di tutte le epoche, dal marmoreo Portale del Paradiso attribuito alla scuola di Andrea Bregno, a un altare attribuito a Palladio con un dipinto di Maratta, ai tre chiostri (dei frati, delle monache e delle zitelle), alle fontane, alla biblioteca fondata dall’archiatra pontificio Giovanni Maria Lancisi nel 1711, agli affreschi e alle centinaia di opere d’arte in parte esposte negli uffici e in parte conservate nei depositi.

Oltre 3,6 milioni di euro stanziati nel 2004 da anni erano bloccati da un contenzioso. Ora sono di nuovo disponibili per lavori urgenti, essenzialmente di restauro statico, motivati dalla vicinanza dell’ospedale alle sponde del Tevere. La Corsia Sistina infatti «spinge» il Palazzo del Commendatore verso la chiesa schiacciando la biblioteca Lancisiana e altri ambienti che di conseguenza sono stati sgomberati e puntellati. 

Ai lavori strutturali si accompagneranno quelli di restauro di intonaci e affreschi laddove danneggiati, mentre la vera e propria musealizzazione degli spazi è prevista in un momento successivo. 

I soldi serviranno anche ad aprire al pubblico il piano interrato con i resti della villa di Agrippina Maggiore, che conserva muri in opus reticulatum, pavimenti a mosaico, frammenti di marmi scolpiti e porzioni di affreschi. Il nuovo Polo museale della Asl Roma E, voluto dal direttore generale Angelo Tanese e diretto da Pompeo Martelli, comprenderà la Corsia Sistina, i resti romani, la biblioteca Lancisiana, la sala di consultazione, la pinacoteca (ex grande spezieria) e le sale per la didattica (ex stanza della china ed ex piccola spezieria). 

Con una serie di collaborazioni con le Università e non solo, si stanno approfondendo e catalogando le centinaia di opere d’arte custodite nel complesso, che successivamente saranno allestite in modi e tempi da stabilire. Si tratta di quasi 400 pezzi tra ceramiche e vetri farmaceutici, arazzi, sculture e rilievi, di circa 300 tra dipinti, disegni e stampe, oltre alle moltissime decorazioni pittoriche parietali. E ancora 20mila volumi, tra cui 60 incunaboli, 2mila cinquecentine e 374 manoscritti, con codici preziosi come i testi in latino di Avicenna e il Liber Fraternitatis Sancti Spiritus, due globi del cosmografo Vincenzo Coronelli e molto altro.

Aspettando l’allestimento finale, sono già partite visite guidate teatralizzate al complesso (due volte al mese) e una serie di iniziative culturali, con concerti e mostre.

Federico Castelli Gattinara, 10 febbraio 2016 | © Riproduzione riservata

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