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- Jenny Dogliani
- 22 novembre 2016
- 00’minuti di lettura


Crociate nel castello ipnotico
- Jenny Dogliani
- 22 novembre 2016
- 00’minuti di lettura

Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliC’è una lacuna incolmabile tra i processi storici e la loro interpretazione, una discrepanza alimentata dal substrato culturale dei protagonisti coinvolti. Ciò impedisce la formulazione di una verità storica unica e assoluta.
Questa la tesi di Wael Shawky, artista egiziano, classe 1971, cui il Castello di Rivoli dedica la prima personale italiana. Curata da Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria nella Manica Lunga dal 2 novembre al 5 febbraio, la mostra presenta opere recenti e inedite tra cui la trilogia video «Cabaret Crusades» del 2010-15, dedicata alla storia delle crociate dal punto di vista arabo.
I film sono realizzati con marionette, un modo per permettere allo spettatore di guardare la realtà attraverso la lente della finzione. Nel primo episodio «The orror show file», i burattini provengono dalla collezione Lupi del Museo della Marionetta di Torino, mentre nel secondo «The path to Cairo» e nel terzo «The secrets of Karbala» sono stati realizzati dall’artista in vetro e in ceramica in collaborazione con artisti francesi e veneziani. Per chi volesse approfondire l’opera di Wael Shawky è possibile ammirare altri suoi lavori nella Fondazione Merz dal 2 novembre al 5 febbraio.
A trasformare il terzo piano del Castello in un ipnotico ambiente audiovisivo, fino al 29 gennaio, è invece Ed Atkins (Oxford, 1982), originale sperimentatore di tecnologie digitali, tecniche di montaggio, postproduzione e video cui il museo dedica una personale insieme alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Il senso di vuoto e la difficoltà di comunicazione, l’interspazio tra i molteplici mondi della realtà virtuale e la riflessione sul tempo in un mondo artificiale senza tempo sono alcuni dei temi affrontati in video come «Alarm for Castello di Rivoli», «Ribbons», «Warm, Warm, Warm Spring Mouths», «Happy Birthday!!!» e «Hisser».
Dal 3 novembre all’8 gennaio, il Castello ospita inoltre la personale della giovane Alina Chaiderov, nata a San Pietroburgo nel 1984, vincitrice del Premio Illy Present Future nella scorsa edizione di Artissima. Da ricordare infine l’installazione «Fragment» di Ai Weiwei del 2005 giunta in prestito dalla collezione di Uli Sigg, il quale ne ha fatto dono al museo M+ che aprirà nel 2019 a Hong Kong. L’opera dà l’avvio a un programma di collaborazione e scambi tra i due musei.