CONTINENTE ITALIA | La mappa di Umberta Gnutti Beretta
Collezionisti, critici, curatori, direttori di museo ridefiniscono i confini di un paesaggio molto più vasto di quello spesso soffocato da alcuni meccanismi del sistema dell’arte

Negli ultimi due anni, sicuramente anche per causa di forza maggiore, mi sono dedicata maggiormente alla mia città, che ho sempre ritenuto poco votata all’arte contemporanea e molto più dedicata all’industria e a forme di mestiere «tradizionale» tipiche del territorio. Ho così scoperto con gioia un tessuto di giovani molto attivi, collezionisti appassionati, realtà associative e in genere nascoste, che come da tradizione bresciana schive e riservate non si pubblicizzano ma fanno molto. Oggi mi sento di affermare che Brescia è sicuramente un punto da segnarsi sulla cartina delle città da visitare e frequentare se si ama l’arte.
Jacopo Benassi (La Spezia, 1970)
Rappresentato dalla galleria Francesca Minini, Jacopo è un artista, fotografo, musicista e performer. Le sue fotografie spesso in bianco e nero indagano «senza chiedere il permesso». I suoi ritratti mostrano volti, ma molto di più il turbamento che lo scatto ha provocato. Di Jacopo mi piace la forza.
Thomas Braida (Gorizia, 1982)
Vive a Venezia. Ho visto il lavoro di Thomas, pittore, qualche anno fa a Venezia ma ci siamo frequentati e conosciuti meglio quando lui ha soggiornato per qualche mese a Brescia a Palazzo Monti. È una persona di poche parole ma i suoi dipinti raccontano molto. È abilissimo. Mi piace che dipinga ignorando le mode. È apparentemente un artista classico ma in realtà molto pop con tanti elementi ironici che caratterizzano il suo lavoro
Francesco de Prezzo (Lecce, 1994)
Vive a Brescia dall’età di un anno e lavora vicino al lago d’Iseo. Ho conosciuto Francesco qualche anno fa e abbiamo iniziato a frequentarci durante una sua residenza a Palazzo Monti. Di Francesco mi piace il lavoro maniacale. Minimale e concettuale. Con un’idea molto precisa che lui porta avanti con grande determinazione. Francesco lavora per sottrazione, togliendo la forma. I suoi quadri, spesso completamente bianchi, nascondono oggetti ordinari e lasciano una sensazione di desiderio inappagato che personalmente trovo molto stimolante.
Marta Pierobon (Brescia 1979)
Vive a Milano ed è rappresentata dalla galleria bresciana Apalazzogallery. Il lavoro di Marta negli ultimi anni è incentrato sull'idea di surrealismo domestico. Sculture in ceramica, resina e fusioni in bronzo e alluminio che raccontano la dimensione della quotidianità attraverso l'osservazione ossessiva e costante di quello che la circonda. Di Marta mi piace l’estetica inverosimile. Le opere contengono un elemento onirico e richiamano atmosfere fantasiose.
Chi viene a Brescia non può non vedere la Vittoria alata e il parco archeologico, ma suggerisco anche che faccia un salto a vedere qualche galleria di quelle citate e che metta il naso a Palazzo Monti. Una residenza per artisti (fondata nella residenza di famiglia nel 2017 da Edoardo Monti, Ndr) che ci sta regalando la presenza di tanti giovani e talentosi ragazzi provenienti da tutto il mondo. tra gli italiani passati da lì, oltre ai sopra citati, aggiungo Ambra Castagnetti, Linda Carrara, Francesco Cima, Alan Silvestri, Marco de Sanctis e il bresciano Giovanni Stefano Rossi.
L’autrice è collezionista e mecenate