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Come si esporta, legge approvata

Il 2 agosto è stata approvata in via definitiva, con voto di fiducia al Senato, la legge sul «mercato e la concorrenza», la n. 124 del 4/8/2017, che in due articoli prevede anche «la semplificazione della circolazione internazionale dei beni culturali» (cfr. n. 375, mag. ’17, p. 1; per il testo della legge modificato cfr. n. 376, giu. ’17, p. 8). Due le modifiche principali al Codice dei Beni culturali del 2004.

La prima: possono essere liberamente esportate e vendute opere d’arte create fino a 70 anni prima, purché il loro autore non sia più vivente (finora il limite era di 50 anni). La legge si riferisce a opere d’arte contemporanea (da Burri a Fontana, Capogrossi, Morandi, de Chirico, Gio Ponti ecc.) in proprietà privata e non vincolate.

Seconda modifica sostanziale: per snellire le procedure si potrà sempre esportare oggetti d’arte di qualunque epoca purché il loro valore (stabilito da un'autocertificazione del venditore) non superi i 13.500 euro. Naturalmente lo Stato potrà sempre intervenire se si sospetta una frode o una stima al ribasso.

La nuova legge, che case d’asta e gallerie d’arte chiedevano da anni, liberalizza di fatto il commercio internazionale dell’arte contemporanea italiana e prevede controlli che, molti temono, difficilmente il Mibact e il sistema delle Soprintendenze potranno garantire.

Il vecchio sistema, con un rigido insieme di regole e permessi, per i più critici ostacolava la libertà di mercato ma cercava di tutelare e assicurare la permanenza in Italia di opere considerate parte del patrimonio nazionale. Sulla nuova legge, condivisa e sostenuta dal Mibact e dallo stesso ministro Franceschini, si è sviluppata un’aspra polemica.

Tina Lepri, 06 settembre 2017 | © Riproduzione riservata

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