Come cambiano le fiere in Spagna

Loop cambia sede e punta sull'ibrido, Arco si sposta a luglio e Swab diventa virtuale

L'ingresso alla fiera Loop
Roberta Bosco |  | BARCELLONA

Si inaugura il 17 novembre Loop, la 18ma edizione della fiera dedicata esclusivamente alla videoarte, che abbandona le caratteristiche stanze d’albergo per trasferirsi nel Museu d’Historia de Catalunya, sufficientemente ampio da permettere il distanziamento sociale. Loop punta sul formato ibrido e delle 40 gallerie partecipanti (di 17 paesi, ma nessuna italiana) solo 18 saranno presenti fisicamente, mentre tutte esporranno su Artland, uno spazio virtuale dove la fiera si prolunga fino al 26 novembre.

Tra i progetti creati per l’occasione spicca un video girato da Antoni Miralda con il telefono, dalla finestra del suo studio durante il lockdown. Nella fiera fisica espongono anche tre gallerie di Beirut, coinvolte nella terribile esplosione dello scorso agosto. Anche il festival che anticipa e accompagna Loop quest’anno ha un formato ibrido. «A Barcellona puntiamo su una programmazione di prossimità con artisti locali, mentre online coinvolgiamo collezioni internazionali come In Between di Beatrice Bulgari che ha da poco inaugurato la sua fondazione a Roma» spiega l’italiana Carolina Ciuti, direttrice artistica del festival.

Come Loop, anche Swab, la fiera d’arte contemporanea di Barcellona, non ha voluto cambiare le date, ma per mantenersi fedele al suo obiettivo primordiale di presentare le gallerie emergenti più interessanti della scena internazionale, ha celebrato la sua 13ma edizione, lo scorso ottobre, in una ricreazione virtuale in 3D della sede abituale, una specie di mondo parallelo tipo Second Life, ma di ultima generazione. Per visitarla non era necessario creare un avatar, bastava scaricare un’applicazione gratuita e installarla, per poi muoversi come in un videogioco, entrare negli stand, avvicinarsi alle opere e con un solo click accedere a tutte le informazioni, compreso il WhatsApp del gallerista.

In questo modo ha riunito oltre 200 artisti di 75 gallerie, di cui l’85% straniere, molte asiatiche e anche 4 italiane: Acappella di Napoli, Orr e A+B Gallery di Brescia e G/Art/En di Como. Anche i prezzi si sono adattati alla nuova realtà: le opere andavano dai 10 ai 24mila euro. Il direttore, Joaquin Díez-Cascón, è soddisfatto dell’esperimento e assicura che tornerà al formato abituale, ma non rinuncerà più alla presenza online.

ARCOmadrid, la principale fiera d’arte contemporanea della Spagna, si era salvata per un pelo l’anno scorso, anche se forse aveva contribuito alla prima ondata di contagi. Quest’anno per garantire l’abituale nutrita presenza internazionale, specialmente latino-americana, all’edizione del 40mo anniversario ha deciso di spostarsi in forma del tutto eccezionale da febbraio a luglio (dal 7 all’11).

«A febbraio non avremmo potuto mantenere la presenza dei grandi nomi del gallerismo internazionale, selezionati da curatori prestigiosi come il romano Francesco Stocchi, che presenteremo nella sezione speciale per i 40 anni della fiera» ha spiegato la direttrice, Maribel López. Data la grave situazione in cui versa Madrid non sorprende che anche Feriarte, la veterana fiera d’arte antica, sia stata posticipata da novembre a maggio.

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