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Come cambia il Prado (200 anni) in 4 anni

Roberta Bosco

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La collezione, le celebrazioni del bicentenario e la riqualificazione architettonica saranno le principali preoccupazioni del Prado nei prossimi 4 anni. Lo ha annunciato il Patronato durante la presentazione del piano quadriennale che guiderà il museo fino al 2020.


Il Prado concentrerà i suoi sforzi in due «progetti straordinari»: gli interventi architettonici al Salón de Reinos che completa il Campus del Prado e la commemorazione del bicentenario della sua apertura nel 2019, che conterà su un finanziamento speciale e sul coinvolgimento della società civile attraverso un programma di mecenatismo incentivato dalle misure fiscali stabilite dalla Legge 48/2015. Il piano prevede acquisizioni, depositi e donazioni, aumentandone la visibilità e incrementando la collaborazione con le istituzioni che possiedono opere utili per completare le raccolte del Prado.


Il nuovo allestimento prevede il recupero della Galleria Ionica dell’Edificio di Villanueva per la scultura classica, l’esposizione della pittura spagnola del Rinascimento nella Rotonda di Goya e la nuova presentazione della pittura fiamminga del Seicento al posto del «Tesoro del Delfín», una raccolta di vasi preziosi e oreficeria antica. È anche prevista la catalogazione della raccolta di cornici (circa 6.500 pezzi).


Il documento elenca tutti gli interventi di restauro e conservazione preventiva che si realizzeranno anno per anno, tra i quali spicca la conclusione del restauro dei disegni di Goya e del Trittico del Maestro della Redenzione del Prado, iniziato l’anno scorso. La modernizzazione dei depositi è un altro degli obiettivi, insieme allo sviluppo del Centro Studi e delle applicazioni digitali, a cui si somma il nuovo programma di Gestione della Qualità di adeguamento alle normative europee.


Tra le mostre, dopo i «Tesori dell’Hispanic Society of America» (fino al 10 settembre), in ottobre si presenterà «Cai Guo-Qiang nel Prado. Lo spirito della pittura» e a fine anno «Mariano Fortuny e Marsal (1838-74)». Per il 2018 sono in calendario «Rubens, pittore di bozzetti», «Lorenzo Lotto. Ritratti» e «Bartolomé Bermejo». Dopo un periodo segnato dalla crisi economica e da politiche di austerità, il Prado vuole arrivare al 2020 con un budget di 50 milioni di euro (+7,51% rispetto al 2017), di cui 20 saranno finanziati dallo Stato e 30 saranno generati da introiti propri (biglietti e cataloghi, mostre itineranti ecc.).

Roberta Bosco, 08 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

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