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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliRavenna. Claudio Spadoni, dal 2002 direttore del Museo della Città di Ravenna (Mar) e da quattro stagioni curatore con Giorgio Verzotti di ArteFiera, ha lasciato pochi giorni fa la responsabilità delle mostre del museo civico ravennate. E non sono mancate le polemiche e le accuse da parte del docente e critico d'arte del «Resto del Carlino».
Dal gennaio 2012, raggiunti i limiti di età, Spadoni aveva già lasciato la carica di direttore del Mar ed era rimasto prima in qualità di consulente del Comune e poi di curatore della mostre del museo, stipendiato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. E oggi l'addio definitivo in concomitanza con la mostra «La seduzione dell'antico. Da Picasso a Duchamp, da De Chirico a Pistoletto» (fino al 26 giugno). «Altrove, penso a Forlì come a Ferrara, spendono circa quattro volte rispetto a noi (le cifre: un paio di milioni nei due casi contro il circa mezzo milione di Ravenna, Ndr). All'inizio del mio periodo di direzione potevamo contare quasi sul doppio del budget e sul doppio delle risorse umane, mentre oggi siamo appena 3-4 persone tra cui tra cui custode, curatore e registrar del museo. La prima mostra che curai, su Roberto Longhi, nel 2003, aveva a disposizione quasi un milione di euro, mentre negli anni seguenti siamo rimasti tra 700 e 800mila euro». Poi il tracollo economico, mentre nel frattempo il Museo Civico diveniva Istituzione con la possibilità di assumere personale e collaboratori, «aggirando» legalmente le leggi sulla pubblica amministrazione. «Perché si tira in ballo sempre il Mar? Perché, continua il docente in una intervista al sito www.ravennaedintorni.it, non si fanno analisi su quel che fanno altre istituzioni o fondazioni presenti in città, in diversi settori culturali, a fronte di investimenti consistenti?». Spadoni quindi lascia e dice di avere altre proposte: «Il mio contratto scade con questa mostra e nessuno mi ha chiesto nulla, qui».

Claudio Spadoni
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