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Chi ci guadagna in Francia

Hannah McGivern

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Nel 2007 la Francia e gli Emirati Arabi Uniti hanno firmato un accordo senza precedenti per creare il Louvre Abu Dhabi, finanziato al ritmo di un miliardo di dollari dal Governo del Paese arabo. Il Louvre di Parigi, il cui ex direttore Henri Loyrette, fu l’artefice di questo ambizioso programma (cfr. n. 264, apr. ‘07, p. 52), ha impegnato il suo nome, la sua competenza e il suo lavoro sul progetto per trent’anni.

Meno noto tuttavia è che altre dodici istituzioni francesi hanno accettato di prestare opere al museo degli Emirati in cambio di 265 milioni di euro distribuiti su un periodo di 15 anni. È «la prima volta che musei francesi collaborano a una cooperazione culturale internazionale di questa portata», spiega Marc Ladreit de Lacharrière, presidente dell’Agence France-Muséums, un’organizzazione creata nel 2007 per sovrintedere al progetto.

Mentre proseguono i lavori nel museo di Abu Dhabi progettato da Jean Nouvel, che dovrebbe aprire nel 2017, vi raccontiamo come cinque musei francesi stanno mettendo a frutto i guadagni di questo insolito accordo transnazionale.

Musée du Louvre
Il Louvre di Parigi (foto 1) è il principale prestatore e beneficiario. Nel 2008 l’allora direttore Henri Loyrette disse che l’accordo rappresentava «una rivoluzione» per i musei francesi perché offriva loro «quello che negli Usa e in Gran Bretagna è la norma, ovvero un fondo di dotazione». Il fondo del Louvre ha ricevuto 120 milioni di euro da Abu Dhabi nel 2010; un’analoga somma è prevista per fine 2016. Gli interessi, insieme alle entrate per i prestiti delle opere per la mostra di apertura, hanno finanziato il 92% dei 53,5 milioni di euro necessari per la risistemazione dell’ingresso nella Piramide di I.M. Pei, che dovrebbe essere completata il prossimo anno. La licenza per l’uso del nome del Louvre coprirà invece la maggior parte dei 60 milioni per il nuovo deposito a Liévin, vicino a Lens.

Centre Pompidou
Secondo il suo direttore esecutivo Denis Berthomier, il Centre Pompidou (foto 2) riceverà 18 milioni di euro da Abu Dhabi nei prossimi 15 anni, fondi che userà per migliorare l’«esperienza» dei visitatori. Il museo ha affidato a Renzo Piano la ristrutturazione della copertura entro il prossimo anno; costo previsto: 2 milioni di euro. Dopo il 2019 il museo inizierà i lavori per un centro di restauro e un deposito, in parte aperto al pubblico, per ospitare la sua crescente collezione di arte contemporanea.

Musée de Cluny
Il Musée National du Moyen Âge (foto 3) ha destinato i 4 milioni di euro provenienti da Abu Dhabi a un ampliamento da 7,4 milioni (il resto sarà pagato dallo Stato francese). Il progetto comprende il restauro della cappella gotica e delle terme gallo-romane attualmente in rovina. Finanziare questo intervento, che proseguirà fino al 2020, «sarebbe sicuramente stato più lento e difficile» senza Abu Dhabi, spiega la direttrice del museo Elisabeth Taburet-Delahaye.

Musée Guimet
Il Museo nazionale francese di Arti asiatiche (foto 5), che dopo la seconda guerra mondiale ha inglobato l’intero Dipartimento di Arte asiatica del Louvre, dovrebbe prestare circa 100 oggetti ad Abu Dhabi. La partnership potrebbe rivelarsi un’ancora di salvezza per un’istituzione che ha un limitato sostegno statale. I ricavi dei prestiti potrebbero finanziare la trasformazione della terrazza in disuso in un ristorante, un progetto dal costo di 3,5 milioni di euro del quale finora il Governo francese non si è interessato, come ha dichiarato a «Le Monde» a settembre la direttrice del museo Sophie Makariou. 

Fontainebleau
Il Castello di Fontainebleau ha un «legame particolare» con Abu Dhabi, afferma Vincent Droguet, direttore del patrimonio e delle collezioni dell’istituzione. Il teatro imperiale del castello (foto 4), progettato per Napoleone III nel 1857, ha riaperto nel 2014 dopo un intervento di restauro costato 5 milioni di euro e sponsorizzato dal presidente degli Emirati Arabi Uniti ed emiro di Abu Dhabi, lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan. Il castello ha investito i 370mila euro pagati da Abu Dhabi per il prestito di una copia del XVI secolo dell’Apollo del Belvedere del Vaticano in nuove acquisizioni per il Museo Napoleone I.

Hannah McGivern, 11 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

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