Champagne al vernissage, piatti caldi ai senzatetto

Anna Orlando |  | Parigi

Duemilanovecento bottiglie di champagne. Tante dice di averne contate un cameriere in servizio al Grand Palais di Parigi per la Biennale des Antiquaires a cinque giorni dal gala dinner di giovedì 8 settembre. E il numero sarebbe cresciuto ancora, nell’ultimo weekend di esposizione.

Ma che cosa c’è da festeggiare, con le gendarmerie a ogni angolo e a ogni fermata di metro? La domanda si fa pressante, passeggiando per i parchi e i viali. Dall’altra parte della Senna, nei giardini dell’Esplanade des Invalides si servono piatti caldi ai poveri della città. Niente ostriche né caviale. La vita deve continuare, è vero. Il pranzo di gala al Grand Palais, peraltro, ha raccolto fondi per il Mobilier National. E più in generale, è indubbio che il lusso nutra molta gente nel mondo.

Detto ciò, il mercato dell’arte, perlomeno l’antiquariato, dovrebbe investire energie per rimettersi seriamente in
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