Mimmo Paladino, «PaladinoPiacenza», 2020, Piazza Cavalli, Piacenza

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Mimmo Paladino, «PaladinoPiacenza», 2020, Piazza Cavalli, Piacenza

Cavalli di ieri e cavalli di oggi

Francesco Mochi e Mimmo Paladino in dialogo nel cuore di Piacenza

Fino al 28 dicembre piazza Cavalli, nel cuore di Piacenza, fa da scenario a «PaladinoPiacenza», installazione, curata da Flavio Arensi, che pone in provocatoria specularità due maestri di scultura antica e contemporanea, iconicamente legati al soggetto del cavallo: Francesco Mochi (1580-1654) e Mimmo Paladino (1948).

Il dialogo si crea fra l’enorme sagoma di cavallo creata da Paladino e collocata al centro della piazza e le due statue equestri in bronzo di Mochi, che vi lavorò dal 1612 al 1628 per commissione del duca di Parma e Piacenza Ranuccio I Farnese: quello dello stesso Ranuccio, in vesti romane, di raffigurazione ancora classicheggiante, e quello del padre Alessandro, già invece fremente di barocco dinamismo nel mantello e nella giubba gonfiati dal vento, a mostrare un’innovazione stilistica che anticipa i grandi lavori di Bernini.

L’icona del cavallo tratta da un modello funerario di origine etrusca, tipica della poetica di Paladino, che sempre si pone come forma di passaggio fra mondo antico e mondo moderno, qui dà forma eloquente all’incontro/scontro tra il fasto delle celebrative sculture farnesiane di Mochi e il rigore delle forme stilizzate di Paladino.

Mimmo Paladino, «PaladinoPiacenza», 2020, Piazza Cavalli, Piacenza

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 15 novembre 2020 | © Riproduzione riservata

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Cavalli di ieri e cavalli di oggi | Giovanni Pellinghelli del Monticello

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