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Come ogni anno dal settembre del 2018, quando il progetto espositivo prese il via, le installazioni di BuildingBox occupano una vetrina di Building, a Milano. Sono quindi visibili giorno e notte, sette giorni su sette, e sin dall’inizio cambiano tema e curatore all’aprirsi del nuovo anno. Il tema del 2023 è «Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora)» e la cura è affidata a Giulia Bortoluzzi (1987), che ha scelto 12 artisti, uno per ogni mese dell’anno, chiedendo loro di realizzare altrettante mostre-installazioni, che si susseguiranno dal 7 gennaio 2023 al 9 gennaio 2024.
Tratto dalla poesia «Falsetto», 1923, di Eugenio Montale (pubblicata nel 1925 nella raccolta «Ossi di seppia»), la cui protagonista è descritta dal poeta come un’«equorea creatura», il titolo evoca quel legame primordiale e inscindibile tra acqua e vita che ritorna nelle culture di ogni luogo e di ogni tempo ma che il riscaldamento globale sta mettendo drammaticamente in pericolo.
Apre i giochi Barbara De Ponti (Milano, 1975), dal 7 gennaio al 3 febbraio, con «Clay Time Code. Globorotalia Puncticulata S3» e «Clay Time Code. Gephyrocapsa Oceanica S1», due suggestivi lavori del 2016 realizzati con argille azzurre, che rappresentano grandi protozoi marini, frutto di un’indagine sull’archivio del paleontologo Luca Santucci.
Dal 4 febbraio al 6 marzo è la volta di Fabio Marullo (Catania, 1973), che presenta un’opera in argilla bianca («Ciò che di misterioso è palpabile», 2016) e «Nebula», 2019, un grande, incorporeo dipinto a olio su lino.
Dal 3 marzo al 5 aprile è la volta di Michele Guido (Aradeo, 1976; vive e lavora a Milano, come gli artisti precedenti), con le immagini fotografiche «ascione_13.12.19_01.09_living coral garden project» e «ascione_13.12.19_01.06_living coral garden project», del 2019 entrambe, nelle quali esplora le analogie formali tra mondo vegetale e ricerca scientifica, biodiversità e antispecismo.

«ClayTimeCode. Globorotalia Puncticulata S3» (2016), di Barbara De Ponti. Foto Carlo Coppitz

«Nebula» (2019), di Fabio Marullo. Foto Francesco Pizzo