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La fermata Vittoria della metropolitana di Brescia con la torre civica progettata da Marcello Piacentini

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La fermata Vittoria della metropolitana di Brescia con la torre civica progettata da Marcello Piacentini

Brescia, Patrick Tuttofuoco illumina la metropolitana

Si completa il percorso d’arte di SubBrixia: 5 artisti per 5 fermate

Stefano Luppi

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Brescia. Mentre si completa il primo ciclo di «SubBrixia», la decorazione di cinque stazioni della nuova metropolitana di Brescia (17 stazioni, 13,7 chilometri di trattato, 16 milioni di passeggeri all’anno, design di Giugiaro), il gruppo Brescia Mobilità e la Fondazione Brescia Musei stanno pensando a un secondo ciclo della iniziativa affidata a noti artisti contemporanei. Con l’opera realizzata alla fermata San Faustino dal milanese Patrick Tuttofuoco si è infatti conclusa l’iniziativa site specific, curata dal collettivo «Nero»: questo lavoro e quelli di Ra Di Martino (fermata Marconi), Marcello Maloberti (fermata Stazione), Francesco Fonassi (fermata Ospedale) ed Elisabetta Benassi (fermata Vittoria) ora resteranno allestiti fino al prossimo dicembre.

L’opera di Tuttofuoco prende in esame la stratificazione storica e archeologica che la metropolitana ha evidenziato in fase di costruzione: «Visitando il cantiere, spiega Tuttofuoco, mi sono reso conto che la profondità delle banchine era dovuta agli strati di storia che si sono accumulati nel tempo e bisognava tenerne conto. Mi sono quindi concentrato su due volti, quello femminile di Minerva e quello maschile di Claudio II detto il Gotico, in questo modo rifletto sul passato». L’opera, realizzata con tubi al neon colorati, è composta da una stilizzazione di questi due volti cui si sovrappone quella di un capitello corinzio. Le varie parti si illuminano alternativamente dando vita a un effetto luminoso dinamico che influisce sulla cromia dell’ambiente circostante l’ingresso della stazione.
La torinese Ra Di Martino ha inteso invece prendere ispirazione dal film, mai realizzato, «The Swimmer» del 1964 con Burt Lancaster: l’artista ha realizzato un grande poster che annuncia un film che dovrebbe essere la riproposta italiana della pellicola, con protagonista l’attore Filippo Timi. Tenendo conto della suggestione che questo grande poster provoca (qualche viaggiatore, intervistato, ha addirittura assicurato che attende l’arrivo del film pubblicizzato in metropolitana) il lavoro dà vita a un processo di «mise en abyme» di notevole suggestione.
Anche Marcello Maloberti alla fermata stazione gioca sullo straniamento: la sua opere consta infatti in un grande cartello stradale con la dicitura «Brescia», posto lungo le scale mobili e posizionato sottosopra. In questo modo si evoca idealmente la Brescia archeologica presente sotto il livello stradale. Francesco Fonassi, bresciano trentenne, punta invece su un’opera sonora, indagando i meccanismi della percezione uditiva che coinvolge gli utenti della metropolitana. L’opera di Fonassi consta di un «cluster» generato da un insieme di ottoni (bassotuba e trombone) che operano sull’idea di persistenza del suono nello spazio. «Ne nasce, spiega l’artista, un continuum sonoro che, grazie all’elettronica, viene modificato da strumentazioni analogiche e invade lo spazio, modificato anche grazie ad alcuni musicisti che ogni due mesi suonano dal vivo interagendo con la registrazione». Anche Elisabetta Benassi opera attraverso il sonoro, ma in collaborazione con la soprastante piazza Vittoria, caratterizzata dalla torre civica con doppio orologio realizzata da Marcello Piacentini in epoca fascista. «La Benassi, spiega il curatore del progetto Luca Lo Pinto, ha scelto di affrontare in forma sonora il tema del tempo, i numeri e le sue combinazioni oltre al concetto di ordine ed entropia. Allo scoccare di ogni ora del giorno si ode una sequenza causale di frasi di Alighiero Boetti registrate dalla artista stessa». Un omaggio ironico, dunque, all’artista che forse più di ogni altro  ha portata avanti una ricerca concettuale  intorno al tempo.

Luigi Di Corato, direttore di Brescia Musei trae le conclusioni: «Non abbiamo scelto progetti semplici, immediati, ma all’interno della metropolitana definita la più bella al mondo abbiamo “costretto” il pubblico ad alzare la testa per vedere che accadeva sopra le loro teste con queste opere d’arte contemporanea».

La fermata Vittoria della metropolitana di Brescia con la torre civica progettata da Marcello Piacentini

Patrick Tuttofuoco in un'immagine d'archivio

L'opera sonora di Francesco Fonassi nella metropolitana di Brescia

Render dell'opera di Patrick Tuttofuoco per la metropolitana di Brescia

L'opera di Elisabetta Benassi

L'opera di Ra Di Martino

L'opera di Marcello Maloberti

Stefano Luppi, 30 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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Brescia, Patrick Tuttofuoco illumina la metropolitana | Stefano Luppi

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