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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliBologna. La collezione di opere d'arte del critico Roberto Daolio, scomparso nel 2013 a 65 anni, entra a far parte delle raccolte del MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna. Il corpus è composto da oltre cento opere e numerosi materiali legati ad artisti, una collezione formatasi in gran parte attraverso doni degli stessi artisti a Daolio che il fratello Stefano Daolio e Antonio Pascarella hanno generosamente scelto di destinare al museo bolognese. Tra gli artisti presenti nel corpus della donazione figurano: Alessandra Andrini, Luciano Bartolini, Paolo Bertocchi, Bertozzi & Casoni, Anna Valeria Borsari, Annalisa Cattani, Maurizio Cattelan, Vanessa Chimera, Cuoghi Corsello, Patrizia Giambi, Marcello Jori, Piero Manai, Eva Marisaldi, Sabrina Mezzaqui, Chiara Pergola, Alessandro Pessoli, Andrea Renzini, Mili Romano, Alessandra Tesi.
Presto tutto sarà catalogato, così come è in corso di analisi, assegnata a studenti della Scuola di Specializzazione in Beni Storici Artistici dell'Università di Bologna coordinati da Roberto Pinto, un corpus di scritti di Daolio destinati alla pubblicazione. Intanto oggi, mercoledì 15 marzo, all'Accademia di Belle Arti si consegna il Premio Roberto Daolio per l'arte pubblica 2017 e viene presentato il volume che testimonia la seconda (2015) e la terza (2016) edizione di «Plutôt la Vie… Plutôt la Ville» (a cura di Maria Rita Bentini, Gino Gianuizzi, Mili Romano, testi di Renato Barilli, Alessandra Tesi, Roberto Pinto, Mili Romano, edizioni Lupetti, 152 pp.), nome del premio istituito dalla famiglia Daolio insieme con il network Little Constellation e la collaborazione dell’Accademia bolognese.
Nel corso della serata ci sarà un intervento degli artisti Barbara Baroncini, Laura Bisotti, Simona Paladino e Gabriella Presutto che il premio lo hanno vinto nel 2015 e che ha portato alla creazione dell’opera «Viva Voce» nella periferia nord-est di Bologna. Nell'occasione verrà diffuso il bando per la nuova edizione del premio, aperto a tutti gli studenti iscritti e ai neodiplomati dell'Accademia di Belle Arti di Bologna.

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