Bacco e Arianna in una fiaba

L’olio su tela a tema mitologico, eseguito dal pittore rococò Giovanni Antonio Pellegrini, è il top lot dell’asta di sculture e dipinti antichi in programma da Farsetti il 28 ottobre. Fra le proposte anche opere di soggetto biblico, dai fondi oro del XIV secolo ai lavori dei seguaci del Guercino

Un particolare dello «Sposalizio della Vergine» attribuito a Cesare Gennari, stima 8-12mila euro. Cortesia di Farsettiarte
Carlotta de Volpi |

Farsettiarte inaugura il suo calendario autunnale con un catalogo di «Importanti sculture e dipinti antichi» che verrà battuto all’asta il 28 ottobre. Sarà possibile partecipare alla vendita sia in presenza presso la sede di Prato, sia da remoto.

Tra le 158 opere proposte figura un olio su tela di Giovanni Antonio Pellegrini, fra i più importanti pittori del rococò veneziano, raffigurante «Bacco e Arianna», soggetti prediletti dall’artista. L’incontro tra i personaggi del mito greco è permeato da un’atmosfera fiabesca, resa dalla scelta cromatica luminosa e delicata (stima 100-150mila euro).

In catalogo compare anche una «Natura morta con vaso di fiori e volatili» attribuita ad Andrea Belvedere, uno dei maggiori esponenti del genere a Napoli tra Sei e Settecento (9-12mila) e un’opera di Pier Francesco Cittadini, «Maddalena penitente» in cui la figura femminile appare circondata da una ghirlanda di fiori in stile fiammingo (10-14mila) di cui il pittore Egidio Martini rimarcò la qualità e l’influenza stilistica del Domenichino. Il medesimo soggetto è ripreso da Pellegrini, qui presente anche con una «Maddalena penitente» dai lunghi capelli sciolti, dipinta con freschezza e morbidezza mentre assorta nei suoi pensieri regge un teschio e un crocifisso (14-20mila).

Tra i soggetti biblici risalta poi una «Madonna che allatta il Bambino» (10-15mila), che riprende gli stilemi tipici della pittura fiorentina della fine del XVI secolo. Degno di nota anche un dipinto raffigurante lo «Sposalizio della Vergine» (8-12mila) attribuibile a Cesare Gennari, considerato fra i più brillanti seguaci del Guercino. E ancora, «Sant’Andrea con la croce e la Bibbia» (28-38mila), tempera su tavola a fondo oro appartenente a un polittico smembrato, che riporta i caratteri tipici dello stile del pittore bolognese Simone dei Crocifissi, attivo dal 1355 al 1399.

Fra i fiamminghi troviamo Hendrick van der Burgh, artista olandese dell’età dell’oro, al quale viene attribuita la tela «Interno con massaia» (8-10mila) e un autore ignoto appartenente alla Scuola fiamminga del XVIII secolo con due nature morte in cui i colori brillanti della frutta risaltano su uno sfondo scuro (5,5-7,5mila).

Infine, per quanto riguarda le sculture, sono di rilievo quella in legno policromo raffigurante san Benedetto attribuita alla scuola senese del XV secolo (10-15mila), così come un «Ecce Homo (Cristo coronato di spine)» ad opera della scuola veneto-lombarda attiva durante la prima metà del XVI secolo (8-10mila).

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