Avital, Jacquet & Penelle e Game Engine alla FMAV

Tutte le mostre del variegato programma espositivo dell’istituzione modenese

«About Birds Reclusion n. 8» (2022) di Yuval Avital  Cortesia dell’artista
Stefano Luppi |

Il variegato programma espositivo primaverile della Fondazione Modena Arti Visive (FMAV) propone nel Palazzo Santa Margherita una mostra dedicata all’artista multidisciplinare Yuval Avital (Gerusalemme, 1977), fino al 4 giugno, unitamente a un percorso, visibile fino al 20 agosto, con i lavori nati dalla collaborazione del videografo franco-svizzero Yannick Jacquet (Ginevra, 1980) con l’incisore belga Fred Penelle (1976-2020). E nella Palazzina dei Giardini, intanto, prosegue fino al 20 agosto la rassegna «Is this real? L’arte nell’epoca della Game Engine Culture», volta a indagare i processi di game engine (motore grafico), sempre più centrali anche nella produzione culturale.

Avital (di cui è in corso fino al 23 aprile anche «Mysterion. Lessico animale» alle Terme di Caracalla di Roma) propone a Modena la documentazione di una performance realizzata lo scorso giugno. In quell’occasione l’artista si isolò per una settimana in una villa sulle colline modenesi insieme a tre musicisti israeliani dell’Ensemble Meitar. Intitolata «About birds» e curata da Elisa Camesasca, la mostra allude alla trasformazione da esseri umani a volatili, «restituendo il processo attraverso fotografie, immagini e video proiezioni derivate dalla performance e daBirdscores”, un’applicazione generativa programmata dall’artista appositamente per il progetto, si raccontano le varie fasi di trasformazione dei personaggi conducendo il pubblico lungo un percorso immersivo e inusuale, in un viaggio profondo e onirico nell’universo dell’artista», spiegano dal museo.
«Mécaniques Discursives» di  Fred Penelle & Yannick Jacquet, Ginevra», 2019 © Yannick Jacquet
«Mécaniques Discursives. Don’t follow the guide! Fred Penelle & Yannick Jacquet», a cura di Francesca Fontana, presenta invece i risultati di una collaborazione risalente al 2011. In mostra una selezione di opere nelle quali vengono messe in relazione due epoche dell’uomo, quella cosiddetta di Gutenberg (relativa alla nascita dei caratteri mobili nel XV secolo con la stampa della prima Bibbia) e quella ultracontemporanea dei Big Data. Il risultato è un universo visivo sorprendente che si dipana sulle pareti di Palazzo Santa Margherita attraverso oggetti, disegni, proiezioni, piccole e immaginifiche installazioni. Un «labirinto narrativo», lo definisce la curatrice Francesca Fontana, che richiama anche il teatro delle ombre, alfabeti non verbali, l’archeo-cinema e i social network odierni. Questi ultimi temi sono inoltre al centro di una seconda mostra di Yannick Jacquet, «Finger plays: dal teatro delle ombre ai social network», nel Museo della Figurina  dal 19 maggio al 20 agosto.

Nella Palazzina dei Giardini, infine, «Is this real? L’arte nell’epoca della Game Engine Culture», a cura di Valentino Catricalà, consiste in una collettiva degli artisti AUDINT, Joshua Citarella & Jacob Hurwitz-Goodmanm con opere scelte per riflettere sulla cultura del gioco e dell’immagine: lavori di sound art, robotica e machine learning aprono a questioni sociologiche e filosofiche.
«About Birds Reclusion n. 2» (2022) di Yuval Avital  Cortesia dell’artista

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