Aurighi, modelle e cavallini

Da Morandi a Kiefer (con un gioiello di Music) alla Torbandena

«Quadriga rovesciata» (1929) di Giorgio de Chirico
Franco Fanelli |  | TRIESTE

«Nei mesi del lockdown ho accumulato un’energia incredibile», dichiara Alessandro Rosada, direttore della storica galleria Torbandena. E così il vulcanico gallerista sfodera per la sua rentrée una mostra straordinaria composta da trenta artisti moderni e contemporanei, da Jordi Alcaraz a Oreste Zevola, quest’ultimo uno di quegli eccentrici, eretici, poliedrici così amati da Rosada, come Arturo Nathan, pittore metafisico morto nel ‘44 in un campo di sterminio nazista («ho scritto un racconto dedicato a lui», dichiara Rosada).

Un nucleo di opere provenienti dalla collezione Emilio Jesi costituisce una sorta di filone d’oro all’interno della mostra. È il caso di un paesaggio del 1913 di Giorgio Morandi, profondamente intriso di echi cézanniani; di un disegno di Picasso del 1931, con due scultori in contemplazione di una modella (un tema analogo e insieme opposto a quello di un disegno di Henry Moore, «Two figures looking at a sculpture», facente parte del ciclo ambientato nei rifugi antiaerei di Londra, rivisitati con esiti sironiani); di un cavallino in bronzo, sempre datato agli anni Trenta, di Marino Marini.

Non che il lignaggio di altre opere sia di minor prestigio: la «Quadriga rovesciata» piccolo olio su tela del ’29 e perfetto esemplare del periodo dei «Gladiatori» di Giorgio de Chirico, appartenne a Paul Guillaume e a Léonce Rosenberg; la «Dormeuse» di Miró, una gouache del 1935, apparve in una retrospettiva del maestro catalano al Musée d’art moderne di Parigi nel 1962.

L’Informale e la sua persistenza sono ben rappresentati da Giuseppe Santomaso e da Hubert Scheibl, pittore austriaco. Kiefer, con un inserto di piombo su carta, e Barceló, entrambi autori di riferimento della galleria triestina, sono tra i protagonisti della compagine dei contemporanei inclusi nella rassegna. Imperdibili, a proposito di specialità della casa, i cavallini di Music del 1952, un gioiello in blu, rosa e oro, luminoso e malinconico come un mosaico ravennate. «Trieste d’estate è splendida. Come sempre, del resto», conclude Rosada, che infatti prolunga sino a tutto agosto una mostra tutt’altro che «balneare».

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