Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliFirenze. Meglio una manutenzione costante e frequente piuttosto che un intervento di restauro a lunga scadenza: è questa la filosofia alla base dell’accordo che si rinnova ogni anno dal 2005 tra la Galleria dell’Accademia e la Fondazione Friends of Florence di Firenze, per la manutenzione delle opere di Michelangelo conservate nel museo: «David», «Prigioni», «San Matteo» , «Pietà da Palestrina».
La Fondazione sostenne infatti la campagna di studi diagnostici per il restauro del 2003 del «David», in occasione delle celebrazioni del cinquecentenario della sua creazione, nel 2004, e negli anni ha finanziato il restauro di 22 dipinti della Tribuna, quello della Pietà da Palestrina e quello del modello in terra cruda del «Ratto delle Sabine» di Giambologna.
L’accordo siglato oggi inaugura un nuovo corso di collaborazione tra Cecilie Hollberg, il direttore della Galleria in carica da dicembre scorso, e la Fondazione, presieduta da Simonetta Brandolini d’Adda: esso prevede la manutenzione del «David» ad opera della restauratrice Paola Rosa, coadiuvata da Emanuela Peiretti, con una frequenza bimensile ma che può restringersi a 4/5 settimane nei periodi di maggior affluenza.
Si tratta di asportare a mezzo di aspiratore e pennelli di setola morbida, servendosi di un ponteggio mobile, depositi incoerenti di polvere e di particellato onde evitare che accumulino e si compattino. A chi chiede come stano le fragili caviglie del «David», Cecilie Hollberg risponde: «Il David sta molto bene, è stabile, ma lo osserviamo e lo monitoriamo», precisando che l’accordo si rinnova ogni anno perché la Fondazione è un ente che deve poter rimaner flessibile nelle sue erogazioni, sebbene il museo vi abbia sempre potuto contare: il totale dei doni ricevuti dai partner della Fondazione ammonta infatti ad oggi a 500mila euro.
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