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Arabi e Normanni insieme sotto la bandiera Unesco

Mariella Rossi

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Da un anno «Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale» sono diventate patrimonio Unesco, un riconoscimento che ha innescato alcune novità nella gestione e promozione di questi luoghi cui contribuisce la Fondazione Sicilia Unesco (di cui Giovanni Antonino Puglisi è il presidente, Francesco Riccobono il vicepresidente e Aurelio Angelini il direttore). Il prossimo ottobre si terrà la cerimonia di posizionamento delle targhe sui monumenti di questo sito alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Le innovazioni prioritarie, già attuate, sono un sito web, un logo, l’introduzione di codici QR per un accesso diretto ai contenuti online e soprattutto una mappa (disponibile anche in formato digitale) che riunisce in un unico percorso i monumenti arabo-normanni della città, più i centri di Cefalù e Monreale, con tutte le informazioni utili, incluse quelle della mobilità pubblica (bus, metro, tram, treno e le nuove navette gratuite «free centro storico» e «free express» di Palermo, il cui servizio è espletato da Amat).

Dedicato al sito arabo-normanno è anche il primo Visitor Center Unesco in Sicilia, un punto informativo e di accoglienza (con servizi come nursery e wi-fi) allestito all’interno di Palazzo Gulì in corso Vittorio Emanuele accanto a Palazzo Riso, operativo da inizio maggio (altri due punti informativi saranno prossimamente aperti a Monreale e Cefalù).

L’itinerario arabo-normanno comprende otto monumenti a Palermo (Palazzo Reale, Cappella Palatina, San Giovanni degli Eremiti, Chiesa della Martorana, San Cataldo, Zisa, Ponte dell’Ammiraglio e Cattedrale di Palermo) più il Duomo di Cefalù e quello di Monreale.

Riconosciuto dopo un processo di candidatura iniziato nel 1996, il nuovo sito Unesco si aggiunge agli altri siti regionali già nella lista: l’area archeologica di Agrigento e della Valle dei Templi, la Villa romana del Casale a Piazza Armerina in provincia di Enna, Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica, le città tardo barocche del Val di Noto nella Sicilia sud orientale e il patrimonio naturalistico del Monte Etna delle Isole Eolie. Anche l’eredità immateriale dell’isola è riconosciuta dall’Unesco con tre Patrimoni: l’Opera dei pupi, la metodologia di coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria e la dieta mediterranea.

La Fondazione Sicilia Unesco dedica particolare attenzione al turismo sostenibile e al pubblico diversamente abile con il progetto Must (Mobility Unesco Sustainable Tourism, www.progettomust.it), basato sui principi dell’ospitalità accessibile, l’inclusione sociale, il diritto alla vacanza per tutti e la riduzione delle differenze tra viaggiatori. Il punto di partenza è stato un programma di formazione per creare un pacchetto turistico con il tour dei siti Unesco siciliani. All’ambito formativo fa anche riferimento il progetto d’interazione con la Palermo arabo-normanna che coinvolge le scuole e le classi aderenti alle iniziative «Panormus-La scuola adotta la città» e «La notte bianca delle scuole».

«È fondamentale sviluppare la consapevolezza di vivere in un territorio che ospita siti Unesco», spiega Aurelio Angelini, convinto dell’importanza di rendere tutti partecipi nelle strategie di valorizzazione, che costituiscono lo scopo principale della Fondazione. Secondo Angelini, infatti, il ritardo in questo senso si deve al fatto che in certi casi gli enti preposti alla gestione dei siti Unesco siciliani sono stati concentrati sulla tutela del patrimonio storico-artistico, mettendo in secondo piano l’attività promozionale. Per meglio valorizzare questi siti sono dunque stati coinvolti i sindaci dei centri sui quali insiste il patrimonio Unesco dando vita al Cunes-Coordinamento dei Comuni Unesco della Sicilia, sottoscritto nel 2014 da 43 rappresentanti delle amministrazioni.

Mariella Rossi, 09 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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